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Fermo: Che spettacolo "Montejorgio Caciona! E che successo! Tutte e 3 le repliche sold out

4' di lettura 27/03/2023 - In questo spettacolo c’è la storia di un territorio, e della sua cultura, degli uomini che l’hanno abitato e ancora lo abitano, della loro poesia, della loro arte, della loro creatività, della loro ironia e voglia di mettersi in gioco affinché nulla venga perso.

Montegiorgio- “Core de Muntjorgio core mio", intona la corale quando si apre il sipario del Teatro Alaleona sullo spettacolo “ Muntijorgio Cacionà”, l’immancabile appuntamento annuale con il folklore locale che nel fine settimana ha sbancato in tutte le tre repliche proposte, con un bottino di oltre 1000 spettatori entusiasti. Sta forse racchiuso tutto in quella frase il segreto del successo che in tantissimi tributano a questo spettacolo, edizione dopo edizione, da oltre 50 anni. Forse sono proprio quelle parole” Montejorgio core mio” che implodono dentro agli spettatori che sentono nel cuore di appartenere ad una stessa comunità e riscoprono ogni volta con orgoglio quel valore identitario, quello stesso dialetto, quella stessa civiltà contadina, quel trascorso comune, quel legame con il proprio territorio, con la propria gente, e fanno i conti con la forza prorompente delle proprie radici.

In questo spettacolo c’è la storia di un territorio, e della sua cultura, degli uomini che l’hanno abitato e ancora lo abitano, della loro poesia, della loro arte, della loro creatività, della loro ironia e voglia di mettersi in gioco. E c’è la passione grata di un gruppo di persone che intende far germogliare quei semi preziosi ricevuti in eredità dai padri fondatori per farne memoria di oggi e di domani, affinché non vengano dispersi. Un entusiasmo, il loro, che arriva tutto e travolge il pubblico. Lo fanno con le poesie di Ntunì de Tavarrò, di Sesto de Rabbiò, di Gustì de Ciriolu, di Bruno de Carlò, di Nannì de Capiccittu , che questa terra l' hanno raccontata con pennellate d’autore impresse in tanti libri. Con le scenette iconiche che non smettono di far ridere a crepapelle come “ Lu RRremmitu” , o “ L’Agri-Turismo", scritta 30 anni fa quasi con preveggenza, tanto la tematica è oggi attuale . O con le scenette nuove con le quali si attraversa il ponte tra passato e futuro e si continua a ridere di noi stessi . Come “ Sani e Libberi”, ambientata nella sala d’attesa di un reparto maternità dove alcune donne in cinta aspettano di partorire accompagnate da mariti e mamme “ingombranti”. O “come " Porta o no Rporta”, parodia della famosa trasmissione televisiva condotta da Bruno Vespa, che nella scenetta diventa Bruno Vocentò, interpretato da Fabio Santilli, alle prese con i potenti della terra per parlare della guerra in Ucraina : Zelens'ky, Putin, Biden, Erdogan, Giorgia Meloni, e Papa Francesco.
Poi ci sono i canti folk della Corale di Montejorgo Cacionà, che scava nella tradizione musicale popolare. 34 elementi armonici che accarezzano l’anima con melodie dolci e poi fanno battere piedi e mani con stornellate, filastrocche e sfottò. Insomma Montejiorgio Cacionà è uno spettacolo che definire solo bello sarebbe riduttivo, perché dentro c’è tutto ciò che fa stare bene, dalla risata sincera della scenetta vernacolare alla poesia, dalla musica alla riflessione, e non ci si stanca mai di vederlo.

Perché, come dice il testo “ Tutto passa” di Agostino Scaloni, scritto nel lontano 2000 ed oggi musicato: “ E passa le stagiò, passa l’immerno eppò la primavera, eppò l’istate e passa quello che parià….l’eterno. …..E non te rreddurmì, datte ‘na mossa, cerca de sta co l’occhi spalancati e non te scordà mai che….tutto passa!”


Uno spettacolo che non perde smalto, anzi lo acquista anno dopo anno. Nonostante non sia facile rimpiazzare i grandi interpreti che lo hanno fondato, i ragazzi di oggi hanno saputo mantenerne lo spirito attualizzandolo, continuando a farne lo specchio del tempo, a sottolineare vizi e virtù della nostra società che evolve.
Gli interpreti delle scenette, i coristi , tutti quelli che lavorano alla realizzazione di questo spettacolo sono uno squadrone compatto, divertito e che diverte. Un grazie a tutti attraverso la Presidente dell’Impianto Scenico Franca Trapé, alla Regista e presentatrice Michela Vita affiancata da Fabio Santilli, al coreografo Luigi Azzzurro, alla scenografa Martina Tacchetti. E alla evergreen e storica interprete Fabiola Del Bello che continua a tenere il filo della “ vita che se smatassa”, per dirla con il titolo scelto per lo spazio poesia, e traghetta la tradizione verso il futuro.








Questo è un articolo pubblicato il 27-03-2023 alle 19:46 sul giornale del 28 marzo 2023 - 126 letture

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