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Ancona: I detenuti a lezione di agricoltura e allevamento dietro le mura di Barcaglione con la Coldiretti

3' di lettura 20/12/2022 - Festa in carcere con i detenuti dell'orto sociale: premiato il tutor Antonio Carletti che insegna i rudimenti dell'agricoltura

Antonio Ernesto Carletti le persone le capisce e questo è un dono. A testimoniarlo la Direttrice della Casa di reclusione di Barcaglione, Manuela Ceresani: «Carletti ha la capacità di vedere le persone nel bene e nel male e quando un individuo si trova davanti qualcuno che lo vede così come è, con i suoi lati chiari e lati oscuri, getta un seme per la propria crescita».

Dal 2006 sono stati tantissimi i detenuti che hanno avuto la possibilità di piantare quel seme, non solo metaforico. Da allora le porte di Barcaglione si sono aperte all’associazione Coldiretti, che, ha allestito nel cortile della struttura un orto sociale, diventato negli anni una vera e propria azienda agricola che produce olio extravergine di oliva, miele, alleva pecore per carne e per formaggi prodotti nel caseificio aziendale.

Sono 4 i detenuti che si occupano giornalmente delle 20 pecore dell’istituto, che producono latte, agnelli e formaggi. Tra i 40 e 45 detenuti seguono invece, chi stabilmente chi saltuariamente, l’orto sociale.

«Dovremmo aumentare il numero delle pecore, perché la richiesta per i nostri formaggi è molto alta- ci spiega Antonio Carletti parlandoci della sua attività con i detenuti- la qualità dei nostri prodotti è molto alta e assolutamente biologica, visto che all’interno della struttura non viene usata nessun prodotto. Anche con il miele abbiamo avuto una annata buona nonostante le condizioni sfavorevoli, ma i nostri 25 alveari ci hanno dato una stagione abbastanza positiva». Anche in questo caso sono i detenuti che lavorano e alcuni di essi si occupano anche della vendita diretta presente, dopo l’accreditamento a Campagna Amica, al Mercato Dorico di via Martiri della Resistenza, nei mercati natalizi in centro e anche il giovedì a Falconara.

Lo sforzo di Carletti e della Coldiretti non nutre solo la pancia, ma soprattutto lo spirito. Sono infatti tantissimi i detenuti che avvicinandosi all’attività agricola hanno ritrovato serenità e una prospettiva. «È bello lavorare nel carcere, si dà la possibilità prima di tutto a chi lavora di potersi distrarre dai brutti pensieri che possono venire in un posto come questo. Certo non tutti hanno voglia di mettersi a lavoro, ma su 80 partecipanti almeno 50 sono sempre positivi. Qui si impara a lavorare con gli altri e ci si sporca le mani tutti insieme, da qualsiasi nazione si provenga».

Durante la giornata Antonio Carletti, Presidente della Federpensionati Coldiretti Ancona e tutor dei detenuti nel progetto di agricoltura sociale, è stato omaggio per il suo servizio. Una mattinata speciale quella vissuta al Barcaglione che ha visto il ritorno della giornata dedicata alle famiglie dei detenuti. Una tradizione che torna dopo il periodo Covid e che regala momenti di spensieratezza e un’occasione per farsi gli auguri in vista del Natale. «Dopo la pandemia è la prima volta che torniamo ad aprire alle famiglie – ha spiegato Sandro Marozzi, agronomo della struttura – un momento di festa dopo circa due anni. Coldiretti è un partner importantissimo dei nostri progetti. Questo carcere è stato aperto nel 2006 e pian piano siamo arrivati ad avere una vera e propria azienda agricola di 2 ettari». Nel corso della mattinata la direttrice della struttura carceraria, Manuela Ceresani, ha consegnato ai partecipanti gli attestati di partecipazione ai vari corsi di formazione che si sono tenuti in carcere e alle aziende che hanno collaborato con la struttura. Il pomeriggio, dopo un pranzo a base di polenta con salsicce preparata dalla Pro Loco di Polverigi, è stata dedicata ai bambini con attività e giochi proposti dall’associazione Bambini senza Sbarre e dalla Caritas.


di  Filippo Alfieri
redazione@vivereancona.it







Questo è un articolo pubblicato il 20-12-2022 alle 19:12 sul giornale del 21 dicembre 2022 - 244 letture

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