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Senigallia: lavoratori cinesi in nero e niente piano per la sicurezza, chiuso un laboratorio di confezioni

3' di lettura 14/12/2022 - La scorsa settimana è stata realizzata una coordinata attività di contrasto all’immigrazione clandestina e allo sfruttamento di lavoratori irregolari e di verifica sulla sicurezza dei luoghi di lavoro che ha avuto come obiettivo un laboratorio per il confezionamento di abbigliamento operante lungo la strada statale adriatica tra Senigallia e Montemarciano.

Un servizio che ha preso spunto da una serie di informazioni raccolte dalla Polizia di Stato di Senigallia che, nei giorni precedenti, aveva effettuato mirati servizi di osservazione ed accertamenti di vario genere sul capannone occupato dal laboratorio. L’attività di controllo, pertanto, è stata eseguita insieme al personale dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Ancona e del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Ancona. Effettuato l’accesso all’interno del capannone dove ha sede il laboratorio artigianale, gli agenti hanno notato la presenza di 15 persone, tutti di origini cinesi, alle prese con i macchinari per la cuciture in piena attività. Il personale dell’Ufficio Immigrazione del Commissariato di Senigallia ha verificato se i soggetti fossero provvisti di regolare permesso di soggiorno, riservandosi di approfondire la posizione di alcuni soggetti sul territorio nazionale.

E' stata effettuata una capillare ispezione dei luoghi da cui sono emerse le condizioni di lavoro, specie di quelli impiegati all’interno del laboratorio artigianale, in cui si trovavano i lavoratori. Gli accertamenti effettuati dal personale dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Ancona hanno rilevato l’irregolare posizione lavorativa di 3 soggetti e il superamento della soglia massima prevista per legge del 10% di personale impiegato non in regola in rapporto ai lavoratori presenti. Gli accertamenti hanno determinato l’emanazione del provvedimento di sospensione dell’attività produttiva (connesso al superamento della soglia massima), immediatamente efficace per la cui revoca è prevista con la regolarizzazione dei lavoratori e il pagamento di una somma aggiuntiva pari a 2.500 euro oltre all’applicazione della maxi-sanzione per i lavoratori non in regola per un importo di euro 5.400 e a tutela degli stessi anche il mantenimento in servizio per un periodo non inferiore a 90 giorni.

Importanti violazioni sono state riscontrate anche in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro poiché nel corso del controllo è stato accertata la mancata elaborazione del previsto documento di valutazione dei rischi e del piano di emergenza e di evacuazione, la mancata costituzione del servizio di prevenzione e protezione e nomina del relativo responsabile. Motivi questi che, insieme ai precedenti, sono stati posti alla base del provvedimento di sospensione dell’attività lavorativa a tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro per la cui revoca oltre al ripristino delle regolari condizioni di lavoro occorre pagare una somma aggiuntiva di 8.000 uero. Sono state riscontrate anche la non conformità delle macchine utilizzate per le lavorazioni e la mancata adozione di misure tecniche ed organizzative nonché manutentive per ridurre i rischi elettrici. Violazioni di natura penale che hanno dato luogo all’emanazione dei relativi provvedimenti prescrizionali per la rimozione delle conseguenze pericolose che se ottemperati insime al pagamento di sanzioni in via amministrativa potranno dare luogo al seguito di verifica di ottemperanza per la richiesta di archiviazione al Pubblico Ministero. La ditta, tramite dei professionisti incaricati, si è subito attivata per cercare di adempiere e sanare le prescrizioni impartite e assumere i lavoratori in nero.








Questo è un articolo pubblicato il 14-12-2022 alle 15:05 sul giornale del 15 dicembre 2022 - 156 letture

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