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Il trauma del terremoto, la presidente dell’Ordine degli Psicologi Marche Marilungo: «Il ritorno di un mostro, si riapre una ferita»

3' di lettura 10/11/2022 - Intervista alla dottoressa Katia Marilungo, presidente dell’Ordine degli Psicologi delle Marche sui possibili traumi: «Il primo spavento passa in un paio di giorni, ma attenzione a comportamenti fuori dalla norma. Parliamo con i bambini ricordandoci che le loro paure non sono necessariamente razionali»

Nel tirare un sospiro di sollievo per un terremoto che a discapito della sua violenza sta presentando un conto dei danni meno severo di quanto si sarebbe potuto pensare, non va sottovalutato l’impatto psicologico di una esperienza traumatica. Ad accomunare buona parte di Ancona e delle Marche il brutale risveglio di mercoledì mattina, che alle 7 e 7 ha fatto tremare non solo le case dei marchigiani, ma anche il loro spirito.

«Il terremoto è di per sé un degli eventi più traumatici che si possano vivere- ci spiega la Presidente dell’Ordine degli Psicologi Marche, la dottoressa Katia Marilungo – Si sperimentano sensazioni molto forti, come ansia, paura di morire e perdita di controllo. Nelle Marche dobbiamo inoltre considerare il contesto. L’evento di ieri si va a sommare a quelli degli anni passati. È come un mostro che ritorna, un trauma che non vuole spegnersi. Lo potremmo paragonare ad una ricaduta in una dura malattia. Si riaccende un trauma che si era spento o che addirittura non era mai sparito».

La paura e lo spavento sono quindi dei sentimenti prevedibili e naturali in un evento come un terremoto. «La reazione ad un trauma è sempre soggettiva. Di solito lo spavento passa in qualche giorno». Senza forzature quindi, è importante cercare di tornare alla normale routine: «Sempre considerando che la sicurezza viene prima di tutto, dobbiamo anche ricordaci che il terremoto è un evento imprevedibile. Andrebbero quindi evitati dei comportamenti che inducono delle limitazioni. Bisogna inoltre fare attenzione a dei cambiamenti nella nostra normalità, come ad esempio la paura di stare da soli in una stanza o la paura di alcuni ambienti». Queste sono alcune delle reazioni più comuni, ma cosa fare se paure e ansie non ci vogliono abbandonare? «Quando non si riesce a metabolizzare il trauma, la prima cosa da fare è parlarne, con i propri cari, con la famiglia o gli amici. Se non passano e si avverte di avere bisogno di aiuto ci si può rivolgere ad un professionista».

IL TRAUMA NEI BAMBINI

A vivere questa traumatica esperienza sono stati anche i più piccoli, per i quali è stato in molti casi il primo incontro con il terremoto o almeno la prima esperienza cosciente del fenomeno. Come fare per aiutarli a metabolizzarla? «I bambini vanno fatti parlare. Chiediamo loro cosa hanno provato, cosa li ha spaventati. Dobbiamo ricordare che le paure dei bambini non sono necessariamente razionali. Ad esempio ad averli spaventati potrebbe essere aver visto i genitori in difficoltà. Quindi, senza banalizzare le loro paure vanno rassicurati. Facciamo capire loro che, in caso di terremoto, c’è chi si prende cura di loro, in casa o a scuola».

Bambini e adolescenti che vanno a scuola potranno sicuramente contare sul supporto offerto dallo psicologo scolastico. Gli psicologi delle strutture scolastiche sicuramente prepareranno dei percorsi nelle scuole primarie. Negli altri istituti rimangono delle figure di riferimento per gli studenti che ne dovessero sentire la necessità.

ACCESSO AL SUPPORTO PSICOLOGICO

L’accesso alle cure o al sostegno psicologico non sono sempre scontati per chi sente la necessità di un aiuto in tal senso: «Il Servizio Sanitario pubblico ad oggi non riesce a sostenere e a coprire il fabbisogno di supporto psicologico- ci spiega la dottoressa Marilungo – Stiamo offrendo nuovi sevizi come appunto lo psicologo scolastico o lo psicologo come figura fissa nei reparti di ostetricia. Per chi dovesse necessitare un supporto psicologico le strade possono essere quella di rivolgersi ad una Associazione di emergenza del territorio, oppure rivolgersi ai consultori o a liberi professionisti».


di  Filippo Alfieri
redazione@vivereancona.it





Questa è un'intervista pubblicata il 10-11-2022 alle 19:14 sul giornale del 11 novembre 2022 - 510 letture

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