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Alluvione: la Regione, “Per ricostruire serviranno miliardi di euro. Cataclisma fuori dalla scala della potenza per il territorio"

5' di lettura 19/09/2022 - Conferenza fiume in Regione per fare il punto sulla alluvione che ha colpito le Marche. Secondo l’Assessore Aguzzi l’evento "è stato di una potenza neanche ipotizzata finora per le Marche e le vasche sul Misa non avrebbero salvato Senigallia". Il Presidente Acquaroli anticipa le richieste al Governo: per la ricostruzione serviranno miliardi di euro. Semplificare la burocrazia per la ricostruzione e per gli interventi di prevenzione

«Dopo tanti anni in cui parliamo di cambiamenti climatici, nelle Marche abbiamo avuta la riprova che questi cambiamenti stanno avvenendo» così spiega l’entità dell’alluvione che ha colpito le province di Ancona e di Pesaro l’assessore alla Protezione Civile Stefano Aguzzi che poi presenta i dati. Quella del 15 settembre è stata infatti la precipitazione più massiccia mai registrata nella regione. Il primato precedente spettava all’anno 1956, quando a Pedaso piovvero 180 mm di acqua in tre ore. A Cantiano nel 2022 ne sono stati registrai 380. Più del doppio. Un evento inimmaginabile per le Marche. Un fattore che ha colpito prima di tutto il sistema di previsione e allerta meteo.

L’ALLERTA METEO E L’ALLARME

"Per la sera del 15 erano previste solo poche precipitazioni sugli Appennini e più sul versante umbro che su quello marchigiano- spiega Paolo Sandroni, responsabile dei bollettini metereologici della Protezione Civile Marche- Quello che si è verificato è uno degli eventi più difficili da prevedere. Una cella temporalesca autorigenerante che aveva il suo centro su Arezzo, ma che ha scaricato per ore i suoi quantitativi d'acqua enormi sulle Marche. Stiamo parlando di una cosa mai vista. Il livello del Misa e del Nevola è salito di 6 metri in due ore. Due fiumi che sono passata dall’esser in magra ad esondare. Riguardando tutto quello che è stato fatto penso che a qualsiasi meteorologo guardando a quei dati, anche oggi farebbe la stessa previsione che è stata fatta in scienza e coscienza».

«Anche la macchina dell’allarme ha funzionata secondo le procedure prestabilite. Quando sono scattati gli allarmi degli idrometri alle 22 sono stati dati gli allarmi ai comuni, con i quali la centrale operativa era già in contatto, via telefonata dicendo di attivare la procedura di emergenza» ha illustrato la responsabile della sala operativa della protezione civile Marche Susanna Balducci.

COME LA ROTTURA DI UNA DIGA

«Dopo tanti anni di cui parliamo di cambiamenti climatici oggi abbiamo la riprova certa che i cambiamenti climatici stanno avvenendo o non sarebbe successo quello che è successo» ha osservato l’assessore reginale alla Protezione Civile Stefano Aguzzi. «Quella di cui stiamo parlando non è stata una esondazione, ma un’onda come quella di una diga che ha ceduto, che travolto tutto ciò che aveva di fronte a sé per un fronte di 150 metri. Noi crediamo in prevenzione e investimento. Nel 21 sono stati investiti 31 milioni per il dissesto idrogeologico e nel 22 ben 67 milioni. Le vasche di espansione sul Misa, di cui si parla da 40 anni, erano in realizzazione. Purtroppo non credo che sarebbero bastate. I cantieri dove si stava lavorando sono stati spazzati via. Sono scomparse le due ruspe che erano sul posto, non si trovano più».

«Leggo tante critiche e tanti commenti che trovo irrispettosi, quando ci sono ancora persone sotto il fango. Non si tiene conto della portata di ciò che è successo. Abbiamo investito tantissimo e così continueremo per evitare fenomeni di questo genere, che dobbiamo prevedere sempre più repentini».

ACQUAROLI: «DANNI PER MILIARDI. IL GOVERNO FACCIA PRESTO O CHI HA CHIUSO NON RIAPRIRÀ»

«Ringrazio la Protezione Civile locale e nazionale, Curcio, il Prefetto e tutti coloro che ancora lavorano. Mi preme ringraziare anche il Governo per il riconoscimento in meno di 24 ore dello Stato di emergenza. Stiamo lavorando per capire la ricognizione dei danni, alle abitazioni, infrastrutture, imprese. Abbiamo città devastate e ponti divelti, dal pesarese fino al maceratese». Spiega il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli. Si inizia a fare il punto di quanto accaduto. Le valutazioni sono ancora approssimative, con intere zone ancora invase dal fango e dispersi, ma anche solo le prime stime sono fa far tremare i polsi: «Abbiamo bisogno di una interlocuzione immediata con il Governo, per capire entità e tempistica di fondi che saranno stanziati. I danni di cui stiamo parlando non sono per centinaia di milioni, né per un miliardo di euro, ma per miliardi di euro. La Regione metterà in campo le sue risorse, ma non sono neanche lontanamente vicine alla cifra necessaria. Se non si farà in fretta chi ha chiuso rischia di non riaprire mai più».

Già dalle prime ore si capisce che il tempo è stato e sarà un fattore fondamentale. Se metà del problema sarà recepire i fondi per la ricostruzione altrettanto ostica si preannuncia essere la burocrazia che potrebbe rallentare gli interventi di ricostruzione e prevenzione. «Vogliamo richiedere elementi burocratici semplificati con Soggetti messi in condizione di lavorare. Sarebbe opportuno valutare un sistema legislativo di maggiore semplicità».

INTERVENTO DELL’ESERCITO?

Sono ancora molte le zone in cui non si è neanche iniziato a scavare e a recuperare case e effetti delle persone dal fango che le ha travolte. Dei rallentamenti che hanno fatto chiedere ad alcuni l’intervento dell’esercito per poter incominciare ad intervenire su tutte le aree colpite. L’evenienza dell’intervento dei militari non è stato del tutto escluso, ma per il momento l’assessore Aguzzi: «Abbiamo avuto dei rallentamenti nelle prime ore e giorni, dovuti anche alla priorità di cercare i dispersi, mettere in sicurezza i territori e all’allerta meteo di sabato. Già da domenica però i lavori sono ripresi a pieno regime e abbiamo ora il supporto della Protezione Civile di tante altre regioni. In tutto ora abbiamo schierati sul territorio tra le 700 e le 800 persone, senza contare i cittadini volontari che ringrazio con tutto il cuore. Non credo che con questa mobilitazione serva anche l’esercito, ma se vedremo che i prossimi giorni non raggiungeremo l’efficienza che ci aspettiamo provvedere anche a questa richiesta».


di  Filippo Alfieri
redazione@vivereancona.it







Questo è un articolo pubblicato il 19-09-2022 alle 22:18 sul giornale del 20 settembre 2022 - 484 letture

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