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Falerone: Notte, fuochi, cavalli, un bivacco e un ricordo, quello della strage al Mulino Miconi di Piane di Falerone.

3' di lettura 13/09/2022 - In archivio con grande successo la partecipazione del Comune di Falerone a Marche Storie

Un tuffo nella storia, in quella pagina di storia locale sconosciuta ai più e ignorata dai libri, riportata a galla da Marco Armellini e Adolfo Leoni per dare memoria e rendere giustizia a quegli uomini e donne fino ad allora pacifici, che si ribellarono alle leggi ingiuste dei francesi napoleonici che avevano sconvolto il loro mondo e quindi furono trucidati nel 1799 al Mulino Miconi di Falerone.

Su questa vicenda dell'insorgenza ha puntato il comune di Falerone partecipando al Festival regionale di racconti e tradizioni dai borghi in festa “ MarcheStorie”. E la rappresentazione teatrale dell’assalto al Mulino Miconi , su testo di Leoni adattato dal regista Gabriele Claretti, a cura dell’Associazione teatrale “ Ho un idea” , ha fatto il pieno di pubblico e di apprezzamenti per la scenografia e le emozioni che ha riservato . Una storia non vista da spettatore ma vissuta da dentro, dove il pubblico diventa protagonista , si cala in quel contesto di 2 secoli fa, siede insieme agli insorgenti attorno a quel bivacco nascosto nella boscaglia , alla fioca luce di un falò, attento ad ogni fruscio di sterpaglia che potrebbe segnalare l’arrivo del nemico . Dove le persone si raccontano gli eterni sogni umani , la speranza del futuro, l’amore, la paura, il dolore per i lutti subitì. Dove la battaglia, prima che contro l’oppressore francese la si combatte con la propria coscienza e ci si domanda se battersi o non battersi e cedere al nemico abbassando la testa , se sia giusto sacrificare la propria vita in nome di quella libertà calpestata . Dove si alternano momenti di eroico orgoglio patriottico a quelli di consapevole disperata paura. Dove si prega insieme per i tanti morti pagati a quella guerra subita e non voluta e si evoca pace e libertà. Insomma un pieno di emozioni .E vere sono le parole di Cecilia Menghini, una delle attrici protagoniste : “ Pazzo chi rinuncia a queste storie, a queste emozioni, uno spettacolo coinvolgente, emozionante, da spettatori attivi. Non occorrono parole o immagini perché nessuna di queste gli rende giustizia , deve essere vissuto”. Accanto a lei in scena Paolo Rocchi, Valentina Angelini e Kevin Pizzi.

“ Non siete un pubblico, ma protagonisti tutti, chi con gli abiti degli insorgenti, chi con quelli contemporanei, Ma con un impegno comune: ricordare”- avverte un ammantellato di nero Adolfo Leoni leggendo parti del suo testo al corteo raggruppato all’inizio della salita che poi muove verso la piccola Chiesa e il pianoro di San Paolino dove la storia prende vita.

“ Il piccolo comune di Falerone ha realizzato qualcosa di grande, qualcosa di cui parafrasando Manzoni, nel periodo storico che abbiamo rappresentato “ era follia sperar”- commenta Marco Armellini- Il nostro progetto realizzato con l’amico Adolfo Leoni, ha riscosso un successo clamoroso, con numeri importanti nelle passeggiate, nel convegno, nella mostra e soprattutto nelle rappresentazioni teatrali della straordinaria compagnia “ Ho un’idea” di Lapedona. Questo ci stimola a continuare in questo percorso arduo e difficile per continuare a diffondere la nostra storia, che spesso è stata la scintilla propedeutica di eventi più grandi. Un grazie grande a Teresa Quintozzi , appassionato assessore alla cultura di Falerone che ha sempre appoggiato e condiviso le nostre proposte culturali. Stiamo già pensando al prossimo anno”.








Questo è un articolo pubblicato il 13-09-2022 alle 14:10 sul giornale del 14 settembre 2022 - 230 letture

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