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Camerino: Resparambia, dagli anni ’50 ad oggi protagonisti dell’edilizia nell’entroterra: “Settore decollato, ma ora forte speculazione sui materiali”

4' di lettura 02/03/2022 - Il settore dell’edilizia ha sempre rivestito un ruolo molto importante per l’entroterra maceratese, specialmente negli ultimi anni caratterizzati dal post sisma del 2016. Una realtà in questo campo che ormai è diventata quasi una vera e propria istituzione è quella del Gruppo Resparambia, attualmente guidato dall’ingegnere Carlo Resparambia insieme al fratello Andrea e a Luca.

Con sede a Muccia e operativo grazie ai tre rami dell’impresa PROGECO, dell’immobiliare Costruzioni Resparambia e dello studio di ingegneria E.I.G., il gruppo Resparambia affonda le sue radici negli anni ’50 e in oltre mezzo secolo di storia si è evoluto per rimanere sempre al passo con i tempi, fino ad oggi con l’imponente sfida della ricostruzione che ha portato con sé investimenti, ma anche nuove problematiche da affrontare e da risolvere per non arrestare un processo che non è solo imprenditoriale ed economico, ma anche sociale e necessario per la rinascita di un intero territorio.

Di questo ed altri temi ne abbiamo parlato proprio con Carlo Resparambia, che tra le altre cose è anche l’attuale presidente dell’ANCE Macerata (Associazione nazionale costruttori edili).

Ingegner Carlo Resparambia, come nasce il suo gruppo divenuto oggi uno dei leader in questo settore nell’intera provincia di Macerata?
“La prima idea di impresa è nata con mio nonno Aleandro già negli anni ’50: si trattava di una piccola realtà di attività di movimento terra – spiega subito Carlo Resparambia -. È con mio padre Paolo e mio zio Giulio alla fine degli anni ’70 che si inizia a parlare concretamente di una vera e propria azienda, con l’acquisto dei primi grandi macchinari e con l’assunzione di alcuni dipendenti. La svolta principale c’è stata negli anni ’90 quando la società ha acquisito l’iscrizione all’albo nazionale dei costruttori che le ha permesso la partecipazione agli appalti pubblici e quindi di ampliare la nostra zona di intervento in tutta la regione. Con il tempo le attività d’impresa si sono allargate e sempre più specializzate: ad esempio ci occupiamo della demolizione di fabbricati e del riciclo dei materiali inerti, del consolidamento di pareti rocciose, della realizzazione di acquedotti, fognature, gasdotti, ma anche di opere fluviali e marittime. Da diversi anni possiamo inoltre contare anche sul supporto di una struttura di progettazione interna ma totalmente autonoma, attualmente concentrata sull’attività di progettazione e direzione lavori post sisma 2016”.

Cosa significa oggi nel 2022 portare avanti un'azienda con questa storia alle spalle?
“Siamo ormai giunti alla terza generazione di imprenditori: la storia e la reputazione che ci portiamo dietro è effettivamente una responsabilità che sentiamo tutti i giorni sulle nostre spalle e che ci impone di fare sempre del nostro meglio – afferma convinto Carlo Resparambia -. D’altro canto, c’è anche la consapevolezza che grazie ai nostri collaboratori siamo e saremo in grado di affrontare qualunque sfida il mercato ci proponga, sia essa tecnica che amministrativo-burocratica. Non è infatti un segreto che la burocrazia in edilizia sia fra le più complicate e lunghe”.

A questo proposito: quali sono le maggiori difficoltà dell’ultimo periodo per un'azienda come la vostra e quali sono invece le opportunità in questo momento storico tra risorse PNRR e ricostruzione?
“Dopo diversi anni di profonda crisi del settore, negli ultimi due-tre anni l’edilizia sembra finalmente decollata. Il centro Italia vedeva già i segnali di una timida ripresa con i contributi stanziati per la ricostruzione post sisma 2016, ma è grazie al Recovery Plan e ai conseguenti bonus fiscali che si è visto un notevole balzo – ammette Carlo Resparambia -. Il problema più grande in questa fase è la fortissima speculazione sui materiali da costruzione dovuta all’incremento della domanda. Le maggiori variazioni riguardano il legno strutturale, l’acciaio, il rame, il bitume e il PVC, ma anche i materiali di consumo e i macchinari sono più difficili da reperire o lo sono a prezzi molto più elevati. Tutto ciò rende anti-economico il proseguimento dei lavori, soprattutto per i contratti chiusi prima di questa fiammata di prezzi. Se non verranno presi provvedimenti immediati a livello di adeguamento dei prezziari, ci sarà il rischio concreto di un blocco generalizzato dei cantieri, soprattutto quelli privati”.

(nella foto sopra sopra Carlo Resparambia, sotto la squadra del gruppo e alcuni cantieri)








Questo è un articolo pubblicato il 02-03-2022 alle 11:15 sul giornale del 03 marzo 2022 - 348 letture

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