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Caccia: il Tar boccia la regione Marche e conferma in pieno le motivazioni dei ricorsi delle associazioni ambientaliste

caccia|cacciatori| 3' di lettura 03/02/2022 - Il TAR Marche ha depositato nei giorni scorsi le motivazioni della propria sentenza che mette definitivamente la parola fine alla deriva filovenatoria della Regione Marche. I Giudici Amministrativi hanno infatti ampiamente motivato le ragioni sulla sospensione della caccia alla Tortora selvatica e alla Pavoncella, sulla riduzione del carniere dell’Allodola e sull’utilizzo dei richiami vivi nella “caccia” in deroga allo Storno.

Come si ricorderà, il TAR Marche aveva già espresso a Settembre, in forma cautelare, i propri convincimenti in merito alle numerose questioni sollevate dal ricorso delle Associazioni Ambientaliste delle Marche tramite il loro Avvocato Tommaso Rossi dello Studio Rossi - Copparoni. Nell’ultima sentenza i Giudici Amministrativi hanno quindi compiutamente motivato le loro conclusioni, basandosi sulla documentazione tecnica e scientifica prodotta dalle Associazioni per contrastare le decisioni ritenute illegittime della Regione Marche in materia di calendario venatorio e di caccia in deroga alla specie Storno. Inattaccabili sono state le ragioni che hanno portato alla sospensione immediata della caccia alla Tortora selvatica e alla Pavoncella, entrambe specie in drammatico declino in tutto il continente europeo, a causa della caccia indiscriminata e della distruzione degli habitat.

A nulla sono servite le fragili giustificazioni della Regione, sepolte sotto i dati scientifici prodotti dalle Associazioni Ambientaliste e confermate dall’applicazione del principio di precauzione da parte del TAR Marche, che, applicando la legge nazionale, conferma la preminenza della tutela di un bene collettivo come la fauna selvatica, rispetto agli egoistici interessi di una esigua minoranza di cacciatori. Allo stesso modo è stata valutata la questione dei carnieri giornalieri dell’Allodola, anch’essa specie decimata dalla perdita del proprio habitat e dalla caccia, che sono stati ridotti della metà come da tempo richiesto dall’ISPRA e dalla comunità scientifica internazionale.

Ma il risultato più clamoroso è che è stato finalmente ribadito in maniera definitiva che nel prelievo in deroga allo Storno non può essere utilizzato nessun tipo di richiamo, sia vivo, che tassidermizzato o in plastica. Si tratta di una decisione storica, che peserà sui prossimi provvedimenti di abbattimento in deroga, i quali dovranno rispettare questa sentenza, senza possibilità alcuna di discostarsene, pena di ulteriori e inevitabili ricorsi destinati ad essere accolti dai Giudici Amministrativi marchigiani! La sentenza del TAR conferma per l’ennesima volta lo scenario basato sul principio di legittimità e di precauzione nella gestione della fauna selvatica, bene indisponibile dello Stato e tutelata in favore delle future generazioni.

Su questi presupposti le Associazioni Ambientaliste marchigiane sono pronte quindi ad un serio confronto con la Regione Marche al fine di tutelare la biodiversità regionale e favorire la conservazione delle specie e dei loro habitat. A condizione però che i nostri politici regionali la smettano di ascoltare le “sirene” stonate delle associazioni venatorie, ormai sconfessate e delegittimate dal mondo scientifico e dalle ripetute batoste subìte nei tribunali amministrativi!


   

da LAC Marche





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 03-02-2022 alle 09:31 sul giornale del 04 febbraio 2022 - 145 letture

In questo articolo si parla di attualità, caccia, cacciatori, lac marche, comunicato stampa

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