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Processo Banca Marche: ascoltati in aula Massimo Felicissimo e Pierfranco Giorgi

banca marche| 3' di lettura 08/06/2021 - Nuova udienza del processo penale per il crack di Banca Marche. Sono stati sentiti Massimo Felicissimo, membro del collegio sindacale della Banca durante l’era Goffi e Pierfranco Giorgi, vicedirettore generale dall’istituto fino a marzo 2013

Felicissimo, incalzato dall'avv. Corrado Canafoglia che patrocina oltre 3000 risparmiatori, ha precisato che la Banca ad agosto 2013, prima del commissariamento voluto da Bankitalia, non si trovava in stato di insolvenza, come invece sostiene la Procura, e che le cause del “buco“ di oltre 2,4 miliardi di euro evidenziati nel bilancio di chiusura della banca commissariata nel 2015 vanno ricercati nella gestione commissariale. Giorgi ha invece ricostruito il mutamento dei criteri di classificazione e svalutazione dei crediti ad opera del nuovo direttore generale Goffi, subentrato al precedente Massimo Bianconi, oggi imputato e presente in aula. Il teste ha precisato che l’applicazione di tali nuovi criteri ha portato la Banca al commissariamento, ma soprattutto sono stati adottati da Goffi in totale autonomia rispetto alla volontà del cda dell’istituto marchigiano, ma in ottemperanza alla direttive di Bankitalia. Giorgi ha sottolineato anche che Goffi, quando era direttore generale in UBi Banca e prima di diventarlo in Banca Marche, non applicava i criteri rigidi poi utilizzati in quest’ultimo istituto e di fronte a tali condotte Giorgi entrò in contrasto con Goffi e per tale motivo fu lincenziato dalla Banca.

Durante l’escussione testimoniale di Giorgi è emerso un ulteriore particolare inedito. Su richiesta dell’avv. Canafoglia, il teste ha confermato che Banca Marche nel 2012 aveva ottenuto un prestito da BCE di 4 miliardi e 300 milioni di euro, garantiti da titoli di Stato che riconoscevano un interesse annuo del 4,5 -5%. A settembre 2013 appena intervenuto il commissariamento, Bankitalia si sostituì a BCE nel credito subentrando anche nella disponibilità dei titoli, che incassò a dicembre 2013 per circa 1,4 miliardi e poi cedette il residuo credito a Fonspa e da lì si perdono le tracce dei titoli.

Il teste ha rilevato infine che l’ammontare degli interessi di tali titoli è quantificabile in oltre 500 milioni di euro, la somma che proprio il Prof, Masera, ultimo presidente del cda di banca Marche cercava per risollevare le sorti dell’Istituto. "Sinora la Procura si è concentrata su 400 milioni che rappresentano il “buco“ prodotto dai default dei costruttori come il Gruppo Lanari, ma nessuno ha verificato i 4,3 miliardi di euro dei quali non si conosce la sorte insieme ai 500 milioni di euro di interessi dei titoli posti a garanzia -ha affermato l’avv. Canafoglia- chiedo se non sia arrivato il momento di indagare su tanto denaro sottratto ai marchigiani".

L’udienza è stata rinviata al 21 giugno quando si inizierà a sentire i commissari di Bankitalia, per poi escutere a settembre il Governatore di Bankitalia Visco.






Questo è un articolo pubblicato il 08-06-2021 alle 11:38 sul giornale del 09 giugno 2021 - 210 letture

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