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Pesaro: Posto agli arresti domiciliari non rinuncia allo spaccio, di nuovo in carcere dopo un anno

squadra mobile 2' di lettura 22/09/2020 - Prosegue senza sosta l’attività della Polizia di Stato per la prevenzione e la repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti. A tornare in carcere questa volta è stato un cittadino albanese, vecchia conoscenza degli investigatori della Squadra Mobile di Pesaro in quanto già arrestato circa un anno fa perché colto nella flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di quasi mezzo chilo di cocaina.

L’uomo, dopo aver trascorso circa due mesi in carcere, era stato poi posto agli arresti domiciliari presso la sua dimora. Tuttavia, nonostante la misura in atto, i sospetti di una sua ripresa nell’attività di spaccio si facevano sempre più concreti. Per tale motivo i poliziotti della Squadra Mobile, nel pomeriggio di venerdì 18 settembre, visto l’approssimarsi del fine settimana, momento in cui il consumo e di conseguenza, lo spaccio di sostanze stupefacenti tocca il suo picco maggiore, hanno effettuato un servizio di appostamento nei pressi dell’abitazione dello straniero.

L’ipotesi degli investigatori ha trovato riscontro allorquando una persona, poi risultata essere un suo “cliente” è entrato nella palazzina in questione, per poi uscirne dopo pochi minuti. Lo stesso, bloccato e sottoposto a controllo, è stato trovato in possesso di due dosi di cocaina per un peso complessivo di 3 grammi, appena cedutagli dal succitato straniero.

La successiva perquisizione dell’abitazione di quest’ultimo ha portato al sequestro di tre involucri contenenti i totale circa 80 grammi di cocaina, occultati all’interno di un barattolo. Inoltre, nella tasca di un giubbotto riposto in un armadio, è stata rinvenuta la somma contante di circa 11.000 euro, anch’essa posta immediatamente in sequestro perché ritenuta provento dell’attività di spaccio.

Conseguentemente il cittadino albanese è stato tratto in arresto e nuovamente condotto presso la Casa Circondariale di Villa Fastiggi. L’arresto è stato poi convalidato dall’Autorità Giudiziaria, che disponeva la custodia cautelare in carcere nei confronti dell’indagato.

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Questo è un articolo pubblicato il 22-09-2020 alle 12:58 sul giornale del 23 settembre 2020 - 248 letture

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