Fermo: Il Centro-destra ha stravinto nelle Marche. Ma dopo la festa arrivano i problemi

Tra un po' si dovrà però mettere mano ai problemi seri. Primo dei quali la burocrazia e i suoi dirigenti e funzionari. Allineati con il precedente “governo”, potrebbero non gradire i necessari e urgenti cambiamenti.
Nel 1947, Alcide de Gasperi diceva: «Le regioni si salveranno, ma resisteranno solo se dimostreranno di essere migliori della burocrazia statale e di saper spendere meglio». Così non è stato dappertutto. Da noi certamente no!
Ma quali cambiamenti? La sanità, prima di tutto, con i piccoli ospedali da rivalorizzare e i grandi da potenziare. Quale logica prevarrà. Centralista o diffusiva?
Quindi, l'ambito culturale, da sempre appannaggio delle sinistre con i suoi Risorgi-Marche, e i suoi festival compiacenti.
E, ancora, il settore turismo e le sue propaggini locali, dove i bandi venivano stilati ad personam o non fatti ben conoscere pubblicamente.
Al di là di questi pochi accenni, il centro-destra ha alcuni nemici più o meno invisibili: quelli che hanno invertito la marcia e preso al volo il carro vincente; e quegli amici, invece, che dopo 25 anni di attesa ora vogliono sistemarsi.
La vittoria schiacciante dovrebbe ricordare ai nuovi governanti che il voto è volatile, che la fidelizzazione ideologica è minoritaria.
La gran parte di chi ha detto sì ad Acquaroli desidera un cambiamento serio, una professionalità alta, una risposta concreta, adeguata e lungimirante.
Vuole che la crisi delle Marche, sociale ed economica, venga bloccata e si riparta con energia e progettualità.
Non vuole – credo e spero – solo un cambiamento di casacca e un favoritissmo per i nuovi amici degli amici.

Questo è un articolo pubblicato il 22-09-2020 alle 10:24 sul giornale del 23 settembre 2020 - 3839 letture
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