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Marzia Malaigia (Lega): "Mettere i cittadini al primo posto di ogni azione progettuale"

6' di lettura 14/09/2020 - In vista delle prossime elezioni che si terranno il 20 e 21 settembre abbiamo incontrato la candidata al Consiglio Regionale della Lega, Marzia Malaigia, per rivolgerle alcune domande.

Cosa l’ha spinta a candidarsi?

Ringrazio Matteo Salvini, per la rinnovata fiducia nei miei confronti. Come consigliere regionale uscente, avendo già tracciato un mio percorso di azioni, confido di poter completare ed integrare interventi già intrapresi, dando un'impronta politica che sia davvero "vicina ai cittadini". Per me questo non è un semplice modo di dire, ma una costante interazione con ogni singolo marchigiano, che non parte dal periodo di campagna elettorale per esaurirsi all'indomani dell'elezione.

Come vede questa Campagna Elettorale?

È senza dubbio una campagna insolita, difficoltosa per chi è abituato ad avvicinare la gente solo in periodo elettorale con comizi , cene ed incontri pubblici. Per quanto mi riguarda, non avendo mai reciso il filo con i singoli cittadini, specialmente nei momenti più difficili, generalmente sono loro stessi che mi chiamano, offrendomi il loro sostegno. A differenza di altri, non ho mai cambiato il mio numero di telefono, l'ho sempre reso pubblico sui social, perché a chi mi dice che non vuole disturbarmi, rispondo che "sono stata eletta per essere disturbata" e non vedo altro modo per onorare il mio mandato.

I tanti candidati alla Presidenza della Regione possono compromettere la vittoria finale del Centro-Destra?

La presenza di molti candidati indica che si è in un momento di incertezza a cui i governi precedenti non hanno fornito risposte. È positivo che ci siano pluralità di vedute, ma sono da valutare con più attenzione le proposte di quei candidati che riescono ad abbracciare tutte le aree e problematiche del territorio marchigiano, senza trascurarne alcuna e senza ridurre un programma ad una sola, se pur condivisibile, tematica.

Che aspettative ha per il territorio?

Le Marche sono una regione al plurale, ma la mancanza di progettualità ha fatto sì che le nostre eccellenze ed ecletticità, che messe in rete potrebbero essere il punto di forza, si siano invece trovate isolate e divise, quando non addirittura in contrapposizione tra loro. Ad una regione ricchissima nelle potenzialità, mi aspetto di vedere restituita quella dignità produttiva, di immagine, di valore e quei servizi che ogni singolo marchigiano merita di avere, perché se li è ampiamente guadagnati attraverso decenni di durissimo lavoro.

Quali sono i progetti futuri?

In sostanza quelli per i quali ho già intrapreso un percorso di azioni in questi cinque anni del mio mandato, cioè innanzi tutto mettere i cittadini al primo posto di ogni azione progettuale, anche mettendo a frutto l'esperienza maturata in questi anni. Questa è la premessa sostanziale che fa la differenza, perché purtroppo ho verificato che specialmente chi muove piccole economie e chi fa parte di categorie cosiddette "marginali", spesso non ha mai avuto voce in capitolo e non è stato mai considerato, se non sporadicamente con interventi che miravano più all'autocelebrazione di alcuni che ad un vero e concreto sostegno. Sono sempre partita dall'ascolto per arrivare all'azione e continuerò in questo modo, dando la mia disponibilità a tutti, non solo a chi mi è ideologicamente o geograficamente vicino.

Qual è il punto di forza della coalizione?

È la proposta collettiva di un autentico cambio di passo nelle impostazioni, perché qualsiasi cosa venga ora sbandierata da una sinistra che ha governato per troppi decenni, a questo punto non è credibile, avendo poi di fatto ammesso i propri fallimenti non ricandidando il presidente uscente.

Di che cosa ha bisogno la Regione per crescere?

Ha bisogno di credere di nuovo in sé stessa, di conoscere, valorizzare e promuovere le proprie eccellenze. Dobbiamo anche portare, come ripeto spesso, "le Marche fuori dalle Marche", facendole conoscere anche con progetti seri di internazionalizzazione, partendo però dalla presa di coscienza delle nostre unicità, che noi stessi non conosciamo a sufficienza. Questo potrà essere fatto solo se c'è l'aiuto dell'istituzione, che deve creare opportunità, sostenere l'imprenditoria giovanile più che contrastare nuove originali iniziative con labirinti burocratici e lacciuoli, migliorando le infrastrutture di comunicazione fisica e digitale, in termini di investimenti integrati e non a macchia di leopardo. Se il territorio rinasce in ogni singolo tassello produttivo-turistico, sarà più facile restituire servizi: principalmente quelli legati all'assistenza socio-sanitaria, che invece è stata la prima ad essere stata depotenziata o addirittura negata in alcune zone dell'entroterra.

Qual è la priorità per la Regione se sarà eletta?

Di priorità ce ne sono tantissime e per questo non c'è più tempo da perdere: dall'inadeguatezza delle infrastrutture, ad una sanità che crea disparità tra cittadini, da un turismo solo promosso ma mai strutturato, ad un ambiente in alcune zone trascurato e degradato, ad un livello di sicurezza sempre più precario, alla mancanza di investimenti su una cultura pluralistica e non allineata, alle situazioni di fragilità di cui ci si ricorda solo nelle giornate commemorative, per non parlare di una nuova politica sulle aree interne. Nelle aree colpite dal sisma non bisogna pensare solo a ricostruire edifici e tessuto sociale, ma va fatta una politica seria di sviluppo, dal momento che le nostre coste stanno vivendo momenti di saturazione, sia a livello urbanistico che occupazionale: non si può pensare alla collina e montagna solo con progetti di cicloturismo, intendendo che in quelle zone si debba andare solo nel tempo libero. Sono zone in cui è necessario investire per creare opportunità abitative e di lavoro, in montagna bisogna tornare a vivere, non solo in vacanza!

La priorità, in definitiva, è di mettere insieme in un macro progetto, tutte queste urgenze, in una rete che costituisca un unicum, partendo dai punti di forza e contemporaneamente individuando i numerosi sprechi che ci sono, per iniziare a recupererae le prime risorse necessarie.

Perché i lettori dovrebbero votare lei e la sua lista?

Chiedo di votare la persona o le persone di cui si è certi di potersi fidare, perché se ne sono già sperimentati l'impegno e la presenza. Siamo stanchi di chi governa da decenni ed ancora è nella fase delle promesse. Se nel piccolo di consigliere di minoranza sono riuscita ad ascoltare, dare risposte e fare proposte già divenute leggi, confido di poter fare molto di più nel probabile caso si arrivi ad essere forza di maggioranza.

Cosa si aspetta da queste Elezioni?

Mi aspetto, partendo dal basso, di tornare a vedere il sorriso sui volti dei marchigiani sfiduciati e demoralizzati. Come ho sempre detto anche da insegnante, "se si riesce ad essere vicini ed alleviare i problemi delle persone e delle famiglie più fragili, avremmo risolto i problemi dell'intera comunità".






Questa è un'intervista pubblicata il 14-09-2020 alle 16:15 sul giornale del 15 settembre 2020 - 282 letture

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