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Fermo: LandoSiliquini e la gente di montagna "Dimenticata, tradita e minacciata dall’ambiente, disprezzata dalla “civiltà” urbana. . ."

3' di lettura 26/02/2020 - Cercansi idee per nuovo sviluppo. Dalla montagna se ne srotolano molte. La fonte è autorevole. Lando Siliquini, medico di professione, scrittore e studioso di antropologia sociale, è stato sindaco di Montefortino e presidente dell'ATO 5

Partiamo da come si sente la gente di montagna. «Dimenticata, – risponde - tradita e minacciata dall’ambiente, disprezzata dalla “civiltà” urbana e costiera, inerme di fronte alle lacune legislativa, svilita e svalutata nelle proprie competenze, senza fiducia nel futuro». Giudizio durissimo.
«L’Ente Parco è stato tutto teso a inselvatichire il territorio, senza tener conto dell’alta valenza antropica e antropologica, delle tradizioni, della storia, dei coltivi, della esperienza dei Residenti; le Risorse Idriche e l 'energia fisica delle acque montane che viene sfruttata da società collegate ai consorzi (tipo l'Idrowatt) senza un ritorno per la montagna, acque sottratte, legalmente, ma senza contropartite e senza neppure un acquedotto di soccorso per i paesi montani; il Consorzio di Bonifica che preleva risorse dalla montagna per destinarle altrove, per di più tassando le stesse aree; la viabilità e trasporti peggiorati rispetto all’ante guerra; i servizi Sanitari ridotti; il depotenziamento delle scuole; la crisi del Commercio; il crollo di valore del patrimonio edilizio; le carenze dei servizi Bancari e Postali; i Collegi elettorali che spezzano la Circoscrizione montana ostacolando l’elezione di rappresentanti locali; il territorio scambiato per luogo di abbandono di animali o per terra di rapina da turisti incivili; lo spopolamento e la fuga dei giovani ovvero la perdita delle risorse umane che stanno dando il colpo di grazia.
Ma si può invertire la marcia. Dove puntare?
«La montagna – dice Siliquini - e i Sibillini in particolare sono un grande valore aggiunto della costa e della regione, grazie alle vocazioni agro-alimentare, turistica, culturale, artigianale, salutistica; poi ci sarebbero i brand internazionali della Sibilla e della Dieta Mediterranea, la storia e i segni del Monachesimo occidentale, le mete della Fede, l’arte pittorica e architettonica, l’artigianato, gli aspetti naturalistici, l’agricoltura veramente biologica, la pastorizia, i prodotti tipici, le acque minerali, la vita a misura d’uomo, l’abbraccio della montagna al mare».
Che fare, allora?
«Occorrono – aggiunge Siliquini – interventi urgenti ed energici: un nuovo impulso alla sanità, con l’integrazione dei servizi di base e la creazione di un polo specialistico; l'integrazione dei servizi bancari; la revisione e adeguamento dei servizi postali; la strada Pedemontana da intersecare con la Monti-Mare; un Parco dei Sibillini da restituire ai Residenti, alla storia, alle potenzialità del territorio, con tanto di riconoscimento UNESCO; ritorni economici consistenti dai consorzi Idrici e dai consorzi di Bonifica; un Collegio elettorale dei Sibillini; un piano di ricostruzione post sisma che tenga conto della ecostoria e dei patrimoni culturali della montagna; incentivi per la residenza; un polo scolastico - e magari universitario – specializzato; l’iniziativa privata, vero motore di occupazione e di benessere, deve essere supportata da consistenti sgravi fiscali, dai servizi, da sostegni economici nazionali ed europei, ben finalizzati e controllati; una degna promozione internazionale».
Le idee, concrete, non mancano.




Adolfo Leoni


Questo è un articolo pubblicato il 26-02-2020 alle 11:38 sul giornale del 27 febbraio 2020 - 312 letture

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