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Civitanova: Coronavirus, l'inferno di Beatrice in Cina

4' di lettura 03/02/2020 - Nanchino: febbraio 2020. Beatrice, studentessa Civitanovese in soggiorno studio in Cina costretta ad abbandonare i suoi sogni e a tornare in Italia prima del previsto, si racconta a Vivere Civitanova.

Non poteva immaginare Beatrice Gaspari che la sua esperienza si sarebbe arrestata così presto fin quando la situazione in tutta la Cina diviene critica a causa della diffusione di un virus conosciuto con il nome di “Coronavirus”.

Siamo a Nanchino, capoluogo della provincia dello Jiangsu, città molto rilevante nel contesto della storia e della cultura cinese essendo stata, per lungo tempo, la capitale della Cina, distante più di 450 km dalla città di Wuhan dove è esploso il focolaio del virus.

Dopo i primi giorni dalla notizia della diffusione di questo virus viene chiesto ai ragazzi se restare o rientrare in Italia, ma Beatrice si sente abbastanza serena perchè da giorni non frequenta la scuola per via dei festeggiamenti del Capodanno cinese e non sarebbe un problema per lei rimanere in casa per un altro po' di tempo, del resto si trova bene, si sente in famiglia. Ha voglia di restare.

Poi la dichiarazione dello stato di emergenza sanitario globale, l’adozione di misure di contenimento senza precedenti e, due giorni fa, come un pugno allo stomaco, la notizia del rimpatrio obbligatorio tra il 6 e il 7 febbraio.

“Dopo la fatica fatta per raggiungere questa tanto desiderata borsa di studio, ad agosto la partenza verso un’esperienza che sarebbe stata indimenticabile, un sogno per lei realizzato per cui si era impegnata tanto. Tra qualche giorno il rimpatrio, un sospiro di sollievo per una situazione che ci preoccupa ma anche il dispiacere di vedere il suo percorso interrotto. “– ci racconta Virgilio Gaspari, papà della ragazza.

Guarda dalla finestra il sole tramontare sulla città che è diventata una nuova casa e che presto dovrà abbandonare quasi come una fuggitiva, senza poter salutare gli amici, gli altri compagni di studi e i connazionali che l’hanno accolta. Non potrà uscire per rivedere per l’ultima volta quei luoghi che porterà per sempre dentro di sé non sapendo quando e se potrà tornare, non potrà assaggiare quei sapori che lei tanto adora.

Ascolta la “ mamma” (così chiama la signora che la ospita) rientrare e sparire in camera per spogliarsi, igienizzarsi e cambiare la mascherina prima di passare a salutarla come ormai da qualche settimana è costretta a fare per via della profilassi preventiva.

“La vita in Cina non è come stare in Europa o in America, qui è tutto un altro mondo – ci racconta Beatrice dall’altro capo del telefono, la voce incrinata dall’emozione – E’ davvero dura lasciare tutto proprio adesso che iniziavo ad ambientarmi, a delineare per me un futuro e quasi una nuova vita tutta mia, così a un passo dai diciotto anni e all’essere finalmente consapevole di ciò che voglio realizzare.”

Se glielo avessero chiesto un anno fa Beatrice, studentessa al liceo artistico di Civitanova Marche non avrebbe saputo rispondere, l’unica cosa su cui si era concentrata era vincere la borsa di studio e regalarsi questa opportunità di crescita personale consapevole che alla fine di questo percorso avrebbe avuto delle risposte, non solo sul suo futuro ma anche su sé stessa.

“Questo viaggio, più che un viaggio all’estero è un viaggio individuale dentro se stessi, per mettersi alla prova, scoprire i propri limiti e perché no, nuove capacità” ci racconta ancora Beatrice.

Proprio in quest’ultimo periodo stava pensando di applicarsi per vincere un’altra borsa di studio con la quale sognava fare l’università in Cina e imparare al meglio questa lingua e questa cultura che l’hanno da subito affascinata.

La voce di Beatrice si fa malinconica, ci confida che adesso ha un po' paura per il rientro, non sa cosa l’aspetta visto che gli aeroporti in Italia sono chiusi, sa che probabilmente la faranno atterrare in Svizzera, non sa se la metteranno in quarantena, sebbene se lo augura per scongiurare qualsiasi rischio di eventuale trasmissione di virus. Sa solo che, benchè è contenta di riabbracciare la sua famiglia, non ha voglia di mollare il suo sogno e anche se sa che sarà ancora più difficile ce la metterà davvero tutta.

“Questo virus fa paura è vero, ma in Cina lo stiamo vivendo in maniera molto più serena, restiamo in casa e seguiamo la profilassi - ci racconta ancora - sebbene capisco che c’è molta disinformazione e molta paura forse anche di più in Italia.”

Questo virus ha fatto delle vittime, non solo fisiche, un po' ha fatto crollare sogni e certezze di chi ha tutto il diritto progettarsi un futuro. Ed è così che intanto in quarantena ci sono finiti anche i suoi sogni.








Questo è un articolo pubblicato il 03-02-2020 alle 11:00 sul giornale del 04 febbraio 2020 - 1506 letture

In questo articolo si parla di attualità, articolo, Maurizio Lodico, Meri Desideri

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