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Nuova udienza del crack Banca Marche: sotto torchio il membro del Cda Cesarini

banca marche| 2' di lettura 09/12/2019 - Nuova udienza clou del processo sul crack Banca Marche lunedì mattina. È stato interrogato come teste il prof. Francesco Cesarini, membro del Cda della banca sia durante la gestione Bianconi, sia durante quella Goffi.

Il prof. Cesarini è una personalità di rilievo del settore bancario: professore di tecnica bancaria presso l’Università Cattolica di Milano, già presidente di Unicredit e Banca Popolare di Milano, Vicepresidente di Mediobanca e Presidente di Borsa Italiana. Per oltre 8 ore è stato interrogato dalla Procura e dall’avv. Corrado Canafoglia, legale dell’Unione Nazionale Consumatori, che rappresenta oltre 3.000 risparmiatori truffati. La testimonianza è stata caratterizzata da molti “non ricordo”, tanto da spingere l'avv. Canafoglia a minacciare la denuncia per reticenza nella sua testimonianza.

A quel punto il prof. Cesarini ha ammesso importanti verità sulle vicenda del dissesto dell’Istituto bancario marchigiano. In particolare ha riferito che le pratiche di finanziamento, soprattutto quelle di importo più rilevante, venivano decise dai Cda in maniera estremamente veloce, senza possibilità per i consiglieri del Cda di approfondire la bontà della richiesta di finanziamento, e ciò accadeva sia sotto Bianconi che Goffi. Tra queste pratiche sarebbero rientrate anche le centinaia di milioni di euro erogati da Banca marche al Gruppo Lanari per le aree ex Sacelit e Santa Cristaina, al Gruppo Ciccolella, Mazzaro Canio e De Gennaro – Casale, per interventi edilizi che non hanno visto mai la fine e che non son stati mai restituiti.

Cesarini ha confermato anche quanto riferito dal Direttore Generale Goffi sull’esistenza di un debito di Banca Marche verso la BCE per euro 4 miliardi e 400 milioni. Bankitalia si sostituì come creditore verso Banca Marche rimborsando BCE e versando all’istituto marchigiano l'importo per poi recuperarlo durante il commissariamento: un'operazione prosciugò la liquidità di Banca Marche e sulla quale era sceso il segreto di ufficio a seguito del decreto "salva banche" che azzerò Banca Marche, Cariferrara, Banca Etruria e Carichieti.

Il teste ha riferito un ulteriore particolare, ossia che Banca Marche, per tentare di risollevarsi, chiamò un manager da Cariferarra, Carmine Candolfo cui si aggiunse Giuseppe Grassano, subentrato allo stesso Cesarini, che ricoprì il ruolo di Direttore Generale fino al 2010 nella banca ferrarese. L’udienza è stata rinviata al 16 dicembre 2019 per sentire Grassano ed Piva, responsabile della società di revisione di Banca Marche.






Questo è un articolo pubblicato il 09-12-2019 alle 20:41 sul giornale del 10 dicembre 2019 - 1326 letture

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