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Fano: Silvia Romano, un anno fa il rapimento. Appello all’intelligence: “Fate in fretta”

2' di lettura 20/11/2019 - Aveva 23 anni, ora ne ha 24. Inevitabile, dato che dal suo rapimento è già trascorso un anno. Un lasso di tempo durante il quale si era sperato di risolvere la questione, e nel migliore dei modi. Invece sono già passati dodici mesi, e stando alle ultime notizie Silvia Romano – la cooperante dell’associazione fanese Africa Milele – sarebbe in Somalia nelle mani dei terroristi islamici.

Appena due mesi fa il commovente post sui social del padre di Silvia, per augurarle un buon compleanno nell’auspicio di poterla riabbracciare quanto prima (qui il testo integrale). Da quel momento non sembrano essere tanti i passi avanti fatti per ottenere finalmente il suo ritorno a casa. Silvia sarebbe tuttora tenuta sotto sequestro da un gruppo islamista legato agli jihadisti di Al Shabaab, secondo quanto confermato dalla procura di Roma e dai carabinieri del Ros che si stanno occupando del caso. Gli inquirenti non escludono la possibilità di una rogatoria internazionale alle autorità somale.

Silvia Romano (scheda e foto) è stata rapita a Chacama, in Kenya, proprio lo scorso 20 novembre. Otto gli uomini che hanno messo in atto il sequestro, un commando armato di tutto punto (qui i dettagli). Pare fossero lì proprio per lei. Una volta presa, l’avrebbero ceduta ad altre persone. Probabilmente terroristi, che ora la terrebbero in ostaggio in un’area colpita pure da piogge torrenziali e alluvioni (qui un approfondimento)

Negli ultimi giorni Nino Sergi – fondatore e presidente emerito di Intersos e Policy Advisor di Link 2007 – ha inviato una nuova lettera aperta al generale Luciano Carta, direttore dell'Aise, i servizi di intelligence esterni. “Non ho nessun titolo per parlare a nome di Silvia – ha scritto Sergi -, ma quanto le scrivo esprime l'inquietudine e le preoccupazioni di molte persone per la sua liberazione e la sua vita. Non sappiamo se prendere per buone le poche notizie diffuse da agenzie giornalistiche sull'area in cui Silvia potrebbe essere trattenuta. Ad esse comunque ci aggrappiamo. Se l'area fosse confermata, la preoccupazione diventa ancora più grande a causa dell'effettuazione di frequenti raid contro i terroristi. Come non sappiamo se vi siano le condizioni per fare molto di più di quanto già stiate facendo. Ma ancora una volta le chiediamo di provare a farlo. I tempi lunghi significano anche crescenti rischi: il ricordo di Giovanni Lo Porto – rapito in Pakistan da Al Qaeda e morto durante un bombardamento statunitense, ndr - rimane ancora molto doloroso".


Seguono alcune foto di Silvia Romano, molte delle quali scattate mentre era operativa come volontaria.








Questo è un articolo pubblicato il 20-11-2019 alle 23:51 sul giornale del 21 novembre 2019 - 580 letture

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