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Fano: Sempre più poveri (e uno su due è italiano): Caritas, il report annuale è un campanello d’allarme

4' di lettura 14/11/2019 - Sono più uomini che donne, e praticamente uno su due è italiano. Sono coloro che si rivolgono alla Caritas Diocesana di Fano, Fossombrone, Cagli e Pergola. Sono in cerca di un sostegno materiale, e non solo. Sono numeri - quelli contenuti nel report annuale della stessa Caritas -, ma sono soprattutto persone. E sono sempre di più.

I dati si riferiscono al solo centro diocesano. E sono allarmanti. L'anno di riferimento è il 2018, quando sono state 752 le persone incontrate, per il 56 per cento uomini. Il vero dato da segnalare, però, è quello relativo alla nazionalità di chi chiede aiuto: ben il 47 per cento è rappresentato da italiani, contro il 52 per cento di stranieri e l'1 per cento rappresentato da persone con doppia cittadinanza. In altre parole: quasi la metà dei poveri che si trovano sul territorio sono nostri connazionali, a riprova di quanto la povertà si sia fatta cronica e persistente - per dirla con le parole del direttore della Caritas Diocesana Angiolino Farneti -, ma anche di come il problema non riguardi gli immigrati nel modo massivo in cui si tende a credere peccando di superficialità.

Lo scorso anno sono stati 284 gli incontri effettuati dalle operatrici, contro i 222 del 2017. In tutto si sono svolti più di 3.600 colloqui, mentre il numero degli interventi è di oltre 4.700. In costante crescita il numero medio di incontri annui per persona, ora assestatosi sul 4,8. Sono invece stati 16 i microcrediti sociali erogati, per un totale di 38.450 euro. Quaranta sono i volontari impiegati, per un totale di oltre 4.100 ore di impegno non retribuito. Un altro dato significativo è quello degli aiuti diretti – inclusi quelli per la gestione dei servizi – che ammontano a oltre 341mila euro.

Ma aiutare significa anche impedire lo spreco. Per questo i volontari - in un anno - hanno recuperato ben 336mila euro tra frutta e ortaggi, grazie alla piattaforma "Non spreco" gestita dalla cooperativa sociale ‘Gerico’. Sono inoltre stati "salvati" altri prodotti freschi per un valore di oltre 63mila euro, mentre gli indumenti donati o raccolti dalla cooperativa sociale ‘I Talenti’ hanno raggiunto un peso totale di oltre 27.500 chili. Inoltre, nel 2018 il Centro Salute Caritas ha incontrato e preso in carico 92 persone con problematiche socio-assistenziali - di cui 15 sprovvisti dei requisiti d’accesso al sistema sanitario nazionale -, con oltre 200 interventi in ambito sanitario, di cui 86 visite mediche presso i due centri salute.

Il lavoro svolto dai volontari ha dunque molte sfaccettature. Esiste anche un’area di ‘educazione alla mondialità’, il cui obiettivo è quello di sensibilizzare su cause e fenomeni sociali che creano sofferenza. Quest’ultima, nel 2018, ha visto coinvolti 6 istituti, per un totale di 590 studenti e 106 ore di incontri durante i quali si è parlato soprattutto dei fenomeni migratori. La lettura e la decostruzione di stereotipi e pregiudizi nei confronti delle minoranze rimane uno dei temi centrali del lavoro svolto dalla Caritas con gli studenti. Non solo giovani, però. La Scuola di Pace ha affrontato gli stessi temi insieme a una platea di adulti: 18 gli eventi realizzati, di cui 14 come co-organizzatori.

Tornando ai ragazzi, dalla Caritas fanno sapere che troppo spesso ci si trova di fronte a giovani che stanno vivendo una profonda crisi esistenziale, sfiduciati nei confronti del futuro o segnati dal loro passato. Tutto questo mentre a 147 giovani sono state aperte le porte del servizio civile, 50 dei quali hanno scelto l’esperienza della vita comunitaria, cioè di vivere insieme in un appartamento messo a disposizione dalla Caritas.

Il vescovo Armando Trasarti ha voluto ricordare che quello dei poveri non è un problema della Chiesa, ma un problema di tutti. “Con questo report – ha detto - non vogliamo ostentare quello che è stato il nostro impegno, ma dare un segnale in merito alla situazione attuale”. Il monsignore ha poi concluso affermando che un pacco viveri non può fare miracoli, se a monte resta la mancanza di un lavoro.

“Noi ascoltiamo il grido dei poveri – ha detto Farneti -, che si è fatto sempre più forte. Ma la povertà non è soltanto un problema materiale. Esso riguarda anche traumi, separazioni o dipendenze. Servono risposte d'amore contro la cultura dello scarto, dell'odio e della paura. Per questo per il nostro report abbiamo scelto l’immagine di una porta aperta. La Caritas vuole essere un buco nel muro dell’indifferenza, da cui passa una luce di speranza”.


In allegato il report integrale con tutti i dati relativi al 2018, oltre alle foto delle conferenza stampa di presentazione.








Questo è un articolo pubblicato il 14-11-2019 alle 23:33 sul giornale del 15 novembre 2019 - 422 letture

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