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Ancona: la Commissione Ambiente della Camera in visita ad Api e ex Montedison, On. Bratti “Monitoriamo i siti, importante dialogo con i privati”

On. Bratti ad Ancona 3' di lettura 22/06/2017 - Nell'ambito di un sopralluogo a livello nazionale di tutti i SIN (siti di interesse nazionale) la Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, presieduta dall'onorevole per l'ambiente ha ispezionato la raffineria API e l'ex fabbrica Montedison, rinnovando l'impegno della presenza statale sulle due criticità della provincia di Ancona. Dopo il sopralluogo a Falconara, l'incontro in Prefettura ad Ancona

La commissione ha visitato i siti accompagnata da esponenti delle autorità territoriali dei comuni interessati e della Regione, carabinieri del nucleo ecologico e esponenti delle associazioni di cittadini dedicate all'ambiente. Ha espresso soddisfazione l'Onorevole Bratti per gli esiti dell'incontro che dai siti di interesse si è poi spostato nel palazzo Prefettura di Ancona: “le criticità esistono, quando dei siti potenzialmente problematici come Api e Montedison sono così vicini a zone residenziali bisogna sempre tenere la guardia alta”.

Ha avuto scopo conoscitivo questa indagine, che si proponeva innanzi tutto di verificare la situazione delle bonifiche, in prospettiva ai prossimi interventi che Bratti promette non mancheranno: “per quanto riguarda l'API, la cui problematica principale era il livello di emissioni, grazie a nuovi interventi dell'azienda sembra si siano raggiunta una qualità ottima degli agenti inquinati (sempre relativamente ad un area industriale). Dati positivi quindi che apprendiamo dalle verifiche dell'Arpa, ora bisogna capire se il sistema di abbattimento dei livelli di inquinamento sarà efficace sul lungo periodo; questo lo otterremo solo con un controllo costante e continuato, i dati epidemiologici ci fornisco informazioni solo relative al passato, gli impatti di questi agenti inquinanti si vedono su periodi di 20/30 anni”.

Più complessa si sta dimostrando essere la bonifica del sito dell'ex fabbrica Montedison. L'area ormai in rovina abbandonata, che fu sede del colosso industriale italiano è oggetto di attenzioni da parte aziende private che vorrebbero investire sul complesso per bonificarlo e convertirlo in una zona residenziale e commerciale, ma gli alti costi di un intervento totale rischierebbero di essere troppo alti per essere sostenibili: “eliminare totalmente le macerie e i depositi contaminati risulterebbe molto costoso, solo la bonifica del campo sportivo della parrocchia di Montemarciano è arrivato a costare 580 mila euro. Vogliamo quindi trovare tra tutte le parti soluzioni alternative, coperture che isolino i materiali inquinanti così da preservare la salute dei cittadini, senza far fuggire gli investitori privati”.

Un fattore quello degli investitori privati che l'Onorevole Bratti sottolinea come caratteristica positiva delle criticità del SIN di Ancona: “L'esperienza avuta nelle maggior parte dei siti dove la bonifica pesava esclusivamente sulle spalle dello Stato è stata che la bonifica non è avvenuta. Li chiamiamo siti orfani, qui invece abbiamo la fortuna di avere due interlocutori importanti come API e le aziende che si stanno interessando all'area Montedison. Compito della Commissione e anche de Ministero oltre che controllare l'operato, è anche promuovere il dialogo tra le parti dei privati, le autorità ed i cittadini”


   

di Filippo Alfieri
redazione@vivereancona.it





Questo è un articolo pubblicato il 22-06-2017 alle 13:04 sul giornale del 23 giugno 2017 - 570 letture

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