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Andrea e Chiara scampati all'incubo di piazza San Carlo: "Salvi dopo essere stati travolti dalla folla"

3' di lettura 04/06/2017 - A Torino per quella che doveva essere una notte magica. Vivere in diretta, nel cuore della città bianconera, il sogno della finale di Champions League. Il sogno di vivere grandi emozioni si è trasformato in un incubo. E purtroppo non per il risultato finale.

Tra le migliaia di tifosi juventini che si sono ritrovati a Torino, sabato sera, per assistere in piazza San Carlo alla finale tra Juventus e Real Madrid trasmessa su maxi schermo, c'erano anche Andrea Raffaeli, di Belvedere Ostrense, e la fidanzata Chiara Ciriachi, di Senigallia. Andrea, da sempre grande tifoso bianconero, aveva deciso di vivere fino in fondo il sogno di una finale strepitosa e per questo era partito alla volta di Torino. Era riuscito anche ad arrivare anche a pochi metri dal maxi schermo. Un tempo e mezzo di partita vissuti con il cuore in gola per il risultato di una partita che prima lasciava qualche speranza per il popolo bianconero ma che poi, sul 3-1 del Real Madrid, ha incupito gli animi.

E proprio intorno alle 22.15 si è improvvisamente scatenato l'infermo. Uno scoppio (forse un petardo si saprà più tardi e il crollo di un righiera) ha fatto pensare ad un attentato creando il panico generale. Un fuggi fuggi generale, suscitato dalla psicosi con la quale ormai tutto il mondo convive per il rischio degli attentati (e purtroppo quasi in contemporanea Londra stava vivendo un vero attentato terroristico), ha travolto centinaia di tifosi. Il bilancio, secondo i primi dati forniti dalla Questura di Torino, sarebbe di mille feriti. I più gravi un bambino di 7 e una ragazza di 23 ricoverati in prognosi riservata. Sono invece sani e salvi, scampati miracolosamente alla folla impazzita, Andrea e Chiara.

"Erano passati circa cinque minuti dal 3-1, noi eravamo a 15 metri dallo schermo in posizione centrale, quando all'improvviso abbiamo sentito dei rumori e poi un'ondata di gente da sinistra ci ha travolto -racconta Andrea Raffaeli- Siamo finiti a terra. Io ero abbastanza libero mentre la mia ragazza aveva qualcuno sopra le gambe. Eravamo convinti fosse un attentato, avevo la sensazione che qualcuno sparasse, ovviamente era solo suggestione, ma non vedevamo nulla".

La salvezza per Andrea e Chiara è stata quella di riuscire a rialzarsi. "Siamo riusciti ad alzarci in piedi e la folla ci ha trascinato sotto ai portici. A quel punto l'obiettivo era non cadere e non farsi schiacciare -continua Andrea- Dopo cinque minuti siamo riusciti ad imboccare una via laterale e li ci siamo imbattuti in una nuova ondata di gente che correva e gridava. Allora ci siamo rifugiati nell'androne di un palazzo. Abbiamo quindi chiamato a casa e rassicurato le nostre famiglie. Dopo mezz'ora siamo usciti e abbiamo recuperato l'auto....".

Una brutta disavventura che non condizionerà la voglia di continuare a seguire la squadra del cuore ma nella consapevolezza che le piazze, purtroppo, non sono più luoghi di ritrovo per grandi eventi sicuri. "Lo stadio è mille volte più sicuro di una piazza -conclude Andrea- . Due anni fa, prima dei tragici attentati del Bataclan di Parigi, uno rumore forte non avrebbe scatenato nulla in piazza, non ci si sarebbe neanche accorti ma ora non è più così. In questo senso i terroristi hanno centrato l'obiettivo. Diciamo che un concerto in piazza lo eviterei...ma allo stadio sicuramente non rinuncerò".








Questo è un articolo pubblicato il 04-06-2017 alle 10:14 sul giornale del 05 giugno 2017 - 1947 letture

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