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Metadone a fiumi. Arrestata per spaccio coppia di 53enni anconetani

3' di lettura 06/03/2017 - 100 piccole ampolle di vetro rinvenute a casa della coppia dalla polizia dorica. Nei guai 53enni anconetani: gestivano, come due alchimisti, un vero e proprio laboratorio con fiumi di metadone. Scatta l'arresto delle Volanti.

E' accaduto domenica sera intorno alle 19 quando durante un controllo del territorio un equipaggio della Volante, diretto dal Vice Quiestore Aggiunto Cinzia Nicolini, notava un’auto in sosta in via Mamiani con a bordo un uomo e una donna, già noti alle Forze dell’Ordine per reati in materia di sostanze stupefacenti.

E' così che gli agenti notava l'andirirvieni di alcuni individui si avvicinavano al veicolo e dopo aver parlottato, la donna scendeva dall’auto ed apriva il portabagagli e dopo aver avvolto qualcosa in un fazzoletto di carta e glielo porgeva. Intuendo che quei movimenti ripetuti per tre e quattro volte altro non erano che uno spaccio di sostanza stupefacente, allertate anche le altre Pantere, gli agenti cinturavano la zona pronti a far scattare la trappola.

Alla vista delle auto della Polizia infatti la donna apriva repentinamente la portiera tentando la fuga. Una mossa azzardata dal momento che tutte le vie erano state bloccate. A finire nella rete i due anconetani, coppia di 53eeni residente nel capoluogo dorico, nonchè pluripregiudicati. Nonostante le rimostranze i due venivano invitati ad aprire il portabagagli dell’auto. Nel vano dell’utilitaria 101 boccette in vetro, simili a piccole ampolle, ognuna della capacità di 20 ml, contenente metadone, con tanto di scritta e simbolino accattivante disegnato sui tappi di metallo. In un angolo anche una pila di tovaglioli di carta che servivano ad incartare e occultare le bottigliette smerciate al dettaglio ai vari clienti.

Pizzicati i due si trinceravano dietro una cortina di silenzio. Da un immediato controllo, addosso all’uomo venivano rinvenuti più di mille euro in contanti tutti in banconote da 10 e 20 euro, appallottolate e riposte nelle tasche del piumino. Estesa la perquisizione nella loro abitazione, i due facevano strada ai poliziotti che ispezionavano tutti i locali. Davanti ad una porta della camera da letto chiusa a chiave, l’uomo rispondeva di aver perso la chiave e di non potervi accedere da ormai alcuni mesi. Una fantasiosa scusa che non faceva desistere gli agenti. Infatti durante il controllo alla donna, nella sua borsetta avevano rinvenuto e sequestrato proprio una chiave di una porta. E’ così che "magicamente", grazie a questa chiave, che si apriva la stanza che era stata adibita a un vero e proprio laboratorio di deposito e confezionamento di metadone. All'interno anche numerose boccette di vetro vuote pronte ad essere confezionate e 5 bottiglie in plastica da 1,5 litri di metadone. Accompagnati presso gli Uffici della Questura di Ancona venivano entrambi tratti in arresto per il reato di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.






Questo è un articolo pubblicato il 06-03-2017 alle 16:45 sul giornale del 07 marzo 2017 - 391 letture

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