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Ancona: riduce sul lastrico un carrozziere applicando interessi sui prestiti del 170%, arrestato

2' di lettura 13/08/2016 - Il lavoro all’auto è venuto male, gli chiede di riavere indietro i soldi. Un piccolo imprenditore si torva alle strette, con tanti clienti che non riescono a pagare subito e chiede al cliente insoddisfatto un prestito.

Questa la versione di D.R.F., 38enne anconetano di etnia rom che non ha convinto il Gip del Tribunale di Ancna dopo l’arresto avvenuto lunedì scorso ad opera dei Carabinieri della stazione di Brecce Bianche e ha posto l’usuraio ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Proprio a questa stazione la vittima, titolare di un’officina del quartiere, si era rivolta a inizio luglio dopo due anni di costanti pressioni psicologiche e dopo essere stato abbandonato dalla famiglia e privato della casa, raccontando al Comandante di essere stato costretto a vivere in uno stato di indigenza all’interno della sua attività che lo avrebbe portato anche a tentare più volte il suicidio. I servizi di osservazione e pedinamento e le attività tecniche svolte con l’uso di spycam e coordinate dal Procuratore Rosario Lioniello hanno portato all’arresto in flagranza del 38enne già noto alle forze dell’ordine per i numerosi precedenti di polizia (nonostante non sia mai stato giudicato per i fatti commessi) che è stato bloccato mentre riscuoteva dalla vittima circa 5.000 euro. Si sarebbe trattato degli interessi maturati negli ultimi due mesi per un prestito di 2500 euro (quindi con un tasso del 170%), ma non sufficienti, secondo D.R.F., a coprire il primo prestito di 1250 euro, nonostante negli ultimi due anni il rom avesse già ottenuto dalla sua vittima una somma di oltre 30.000 euro, sequestrata dalle Forze dell’Ordine. L’aver superato il tasso del 23% ha comportato il reato di usura che con le minacce di morte è poi sfociato in estorsione.

Come è stato possibile Avendo perso la casa e considerato solvibilmente non affidabile – ha spiegato il Comandante Provinciale dei Carabinieri Stefano Caporossi – l’uomo ha subito una forte pressione psicologica, con l’aguzzino che lo andava a visitare costantemente per ricordargli il debito e che, subdolamente, gli portava anche da mangiare pur di ottenere i soldi. Invitiamo quanti subiscono questo odioso crimine a rivolgersi alle Forze dell’Ordine e ricordiamo che esistono i fondi di solidarietà della Prefettura e le associazioni anti-racket e anti-usura per uscire da queste situazioni”.


   

di Enrico Fede
redazione@vivereancona.it

 







Questo è un articolo pubblicato il 13-08-2016 alle 12:46 sul giornale del 16 agosto 2016 - 1247 letture

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