Elisa Di Francisca riceve l'abbraccio della città nel giorno del ritorno al club scherma. Le foto

Ma la calda accoglienza del suo paese è iniziata nelle prime ore del mattino a Roma, dove è atterrato il suo aereo: ad attenderla familiari ed amici. Poi il rientro a Jesi, assieme al fidanzato Ivan Villa.
Al club scherma era pronto un numeroso gruppo composto dal club scherma, il presidente Proietti, il vice sindaco Luca Butini in rappresentanza dell'amminstrazione comunale, il Coni con il rappresentante regionale Peschini e quello provinciale Luna. E tanti, tantissimi amici.
E lei con la personalità spumeggiante che la contraddistingue, racconta tutto, anche i momenti più difficili di Rio. Racconta le due facce di una medaglia: da Londra, con un oro conquistato con tanta fatica alla sua prima olimpiade, alla voglia di combattere per conquistare il suo secondo podio più alto a Rio. "Abbiamo lavorato tantissimo, Annalisa dal punto di vista fisico e Giovanna da quello tecnico mi hanno seguita ogni giorno, e non dimentichiamo che non si costruisce un'intesa tra atleta e maestro in un attimo...c'è voluto del tempo. Quando Cerioni se n'è andato Giovanna era lì, abbiamo inziato a lavorare insieme. Quell'oro di Londra è stato immenso e abbiamo continuato verso un obiettivo..ma sapevo che ripetermi adesso sarebbe stata dura".
E così non è stato, a batterla in finale è stata proprio la nuova allieva russa del suo ex maestro. Ma a lei non importava, anzi ci scherza su..."Non ho mai pensato di batterla perchè era lui ad allenarla...anzi, l'unico momento in cui l'ho fatto, mi sono fatta male sul naso (ride scherando Elisa.., ndr). Scherzi a parte, il mio pensiero era solo, uno vincere, perchè ogni atleta partecipa per quello....".
E prosegue raccontando la sua olimpiade: "Sono arrivata pronta a Rio perché tutto il club ha fatto sì che mi preparassi al meglio. In mezzo c'è stato anche l'infortunio alla caviglia e ringrazio tantissimo chi mi ha aiutata a superarlo, Simone Ricci (che si è aggiunto allo staff partito per Rio, ndr). Speravamo tutti in quell'oro che non è arrivato, ma come ci ha insegnato il maestro Triccoli, mai mollare". Non risparmia di raccontare la crisi due giorni prima della competizione: i pianti con la madre, gli sfoghi con tutti coloro che le erano accanto, Giovanna, Annalisa, Ivan, i dubbi e le indecisioni..Ma sulla pedana ha lottato come una vera leonessa.
A salutare il ritorno di Elisa, il presidente del club jesino Proietti Mosca, che l'ha ringraziato come se fosse tornata con l'oro al collo. Non sono mancate le congratulazioni di Ubi Banca Popolare, che sostiene il club jesino da 20 anni.
Peschini e Luna ne hanno evidenziato l'impegno, lo spirito di sacrificio dimostrato, per tenere alto il nome della scherma nel mondo, assieme a tutti i grandi campioni del club jesino, ai tecnici, a tutto lo staff.
Butini, vice sindaco di Jesi, ha ribadito le congratulazioni già fatte all'indomani della gara dal sindaco Bacci. Parole di stima e ringraziamento, insieme ad un omaggio floreale.
Il giornalista Andrea Carloni, autore del libro Le Marche a 5 cerchi, ha detto grazie perché "se è possibile proseguire con il secondo libro (il primo è dedicato a Londra, ndr) è solo per merito di Elisa Di Francisca. Che ha un altro grosso merito, quello di vincere in tempi in cui la scherma è molto cambiata, tempi in cui esistono mezzi tecnici per studiare gli avversari a tavolino".Â
E provare ad annientare l'avversaria con i suoi punti deboli. Ci ha provato in semifinale la tunisina, che ha cercato di colmare l'evidente gap tecnico con un'altrettanto evidente strategia psicologica. "Ma non le è bastato perchè ora sono cresciuta, come atleta, sono una donna", afferma Elisa.
Lei, Elisa, si è giocata tutto in quella unica giornata del 10 agosto. E per noi, per Jesi, per l'Italia e per l'Europa, ha vinto!!

Questo è un articolo pubblicato il 12-08-2016 alle 17:11 sul giornale del 13 agosto 2016 - 1243 letture
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