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La crisi non molla la Valmusone, moria di piccole imprese nel secondo trimestre 2016

lavoro confapi 2' di lettura 02/08/2016 - La crisi non molla. Per l’artigianato e la micro e piccola impresa della Valmusone ancora non è tempo di ripresa. I dati del resto non sono incoraggianti. Secondo l’elaborazione dell’Ufficio Studi della Confartigianato tra aprile e giugno 54 imprese artigiane hanno cessato attività a fronte di 32 nuove iscritte.

Il saldo che ne risulta è particolarmente negativo: -22. Una dinamica in netta flessione se la si raffronta al corrispettivo periodo dello scorso anno con le aperture (42) che al contrario superavano le chiusure (31) di 11 unità. « Paghiamo ancora il prezzo della crisi dei distretti produttivi – dichiara Paolo Picchio, Segretario Confartigianato Ancona Sud – a oggi i comparti storici non riescono a trovare la via del rilancio e si mantengono presenti tutte quelle criticità che bloccano la ripresa ».

Nel dettaglio settoriale, secondo l’elaborazione dell’Ufficio Studi della Confartigianato al II trimestre, i comparti sono ancora in sofferenza. A eccezione dei servizi alle persone che segnano un saldo di +2, tutti presentano segno negativo, in primis le costruzioni (-9), seguite dal manifatturiero (-8) e dai servizi alle imprese (-7).

« Non si sono concretizzate le condizioni necessarie alla ripresa – ribadisce Paolo Picchio, Segretario Confartigianato Ancona Sud – nonostante le imprese ce la mettano tutta per resistere, le cessazioni di attività artigiane non si fermano e colpiscono trasversalmente tutto il territorio.

Nel II trimestre secondo la nostra elaborazione sono state 15 a Castelfidardo, 13 a Filottrano, 9 a Loreto, 17 a Osimo. Al 30 giugno dello scorso anno erano 2.423 le imprese dell’artigianato registrate nel territorio, calate a oggi a 2.379 ».

Le imprese artigiane che chiudono sono spesso aziende consolidate con anni e anni di esperienza, la cui fuoriuscita dal sistema produttivo indebolisce l’intero territorio. Al tempo stesso un generale clima di scoraggiamento di fronte al perdurare delle criticità disincentiva l’iniziativa imprenditoriale mentre le attività che con coraggio aprono spesso purtroppo non riescono a resistere, tra costi di lavoro e di impresa, tasse e affitto e l’andamento oscillante del mercato.

E’ un fatto che la crisi abbia colpito principalmente le piccole e medie imprese, la manifattura e l’edilizia, aggiungendo in modo combinato gli effetti della delocalizzazione delle grandi imprese assieme alla stagnazione del mercato interno. « Ribadiamo – conclude Paolo Picchio, Segretario della Confartigianato di Ancona Sud – l’urgenza di mettere a sistema una serie di interventi a supporto della micro imprenditorialità del territorio tra cui i prioritari sono la sburocratizzazione, la riduzione della pressione fiscale, il sostegno all’innovazione e all’internazionalizzazione, al fine di abbattere le principali criticità che da troppo tempo pesano sulle imprese e ne impediscono la ripresa ».








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 02-08-2016 alle 12:13 sul giornale del 03 agosto 2016 - 1018 letture

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