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Francesco De Gregori incanta Fano

3' di lettura 20/07/2016 - Grande successo per il concerto di Francesco De Gregori nella centralissima piazza XX Settembre, all'ombra del Teatro della Fortuna. Ben 25 i brani arrangiati, fra classici e rivisitazioni di alcuni pezzi di Bob Dylan tratti dall'ultimo album "Amore e Furto".

Un'ovazione lunga due ore. L'esibizione dal vivo di Francesco De Gregori, iniziata in perfetto orario - alle 21.30 di martedì 19 luglio - ha lasciato il segno in tantissimi ammiratori accorsi dalle regioni vicine per ascoltare il "principe" della canzone italiana.

Piazza XX Settembre, blindata dalle forze dell'ordine e chiusa a biciclette e pedoni fin dalle cinque del pomeriggio per le prove generali, è stata la location ideale per un concerto altrettanto impeccabile. Esauriti i posti a sedere, in molti sono riusciti tuttavia a godersi lo spettacolo restando in piedi dietro le transenne. In prima fila anche il sindaco Massimo Seri.

Una scaletta musicale, quella presentata da De Gregori, che ricalca i brani eseguiti in altre date del suo ultimo tour: si parte con i toni sommessi de "L'uomo che cammina sui pezzi di vetro" per passare improvvisamente alla più incisiva e graffiante "L'agnello di Dio" che denuncia le efferatezze della guerra e le inquietudini del mondo nel tentativo di appellarsi a una divinità sacrificale che ci aiuti "a fare come si può". Da un estremo all'altro, quindi, sfoggiando "La leva calcistica della classe '68" e la politicamente corretta "Vai in Africa, Celestino!" che, secondo alcuni critici, sarebbe dedicata a Walter Veltroni e al suo futuro post-politico. E poi "L'angelo", "La storia", "Battere e Levare", "Caterina", "Niente da capire", la delicata "Sempre e per sempre" e quattro brani tradotti da Bob Dylan ("Servire qualcuno", "Non dirle che non è così, "Un angioletto come te", "Come il giorno"). De Gregori non lascia tuttavia scoperto il suo repertorio civile, tanto da arrangiare alcuni brani che rappresentano una forte carica simbolica nell'immaginario del secolo scorso: il primo è "L'abbigliamento di un fuochista", la storia di un ragazzo che lascia la famiglia per vivere come operaio addetto alle caldaie nei transatlantici di inizio novecento: un viaggio di lavoro forzato "sotto il livello del mare" a causa del quale perderà non soltanto le sue origini ma anche la dignità di essere umano: "Mamma, io per dirti il vero l’italiano non so cosa sia e pure se attraverso il mondo non conosco la geografia, in questa nera nera nave che mi dicono che non può affondare" verso, quest'ultimo, che rimanda chiaramente al "Titanic" e alle "ragazze di prima classe", altro brano eseguito in serata e altra grande metafora delle caste sociali che, seppur divise come i livelli della nave, subiscono la medesima sorte. In questo mutamento costante e repentino di stati d'animo, De Gregori propone la malinconia piena di ricordi di "Atlantide" e, successivamente, "Il canto delle sirene", pezzo che apre l'album "Terra di Nessuno" e che cerca, con sottili citazioni letterarie, di esplorare il mare dell'inconscio. Poi la celeberrima "Generale" seguita da "Il panorama di Betlemme" che narra di un soldato in fin di vita e tormentato da un insetto mentre un "sipario di fiamme" introduce l'immaginazione a quello che fu il luogo di nascita di Cristo e che ora è il teatro del conflitto arabo-israeliano. Seguono l'immancabile "Alice" e "Sotto le stelle del Messico a trapanar", ballata composta in rime tronche. Chiudono la serata "Rimmel", "La donna cannone" (rigorosamente registrata con qualsiasi dispositivo portatile) e "Buonanotte Fiorellino".








Questo è un articolo pubblicato il 20-07-2016 alle 00:41 sul giornale del 20 luglio 2016 - 936 letture

In questo articolo si parla di spettacoli, articolo, Francesco Gambini

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