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Falconara: bancario senza paura delle estorsioni mette nei guai i suoi strozzini

4' di lettura 08/03/2016 - Non aveva avuto paura dei suoi aguzzini il direttore della Banca Toscana di Falconara Marittima. Il 26 febbraio scorso aveva subito raccontato ai Carabinieri della Tenenza locale di essere vittima di estorsione da parte di alcune persone legate agli ambienti della criminalità campana.

Nell’articolata denuncia l’uomo aveva precisato di essere stato avvicinato nel dicembre del 2015 da B.P., 37enne campano ma residente a Chiaravalle in quanto dirigente di una squadra di calcio locale, accompagnato da D.G.V., 34enne napoletana, presentatasi a sua volta come imprenditrice. La donna aveva richiesto al direttore di attivare un prestito di diverse decine di migliaia di euro presentando in garanzia una dichiarazione dei redditi relativa all’anno precedente, poi risultata falsa. Nonostante la documentazione a supporto, la pratica di finanziamento non aveva avuto buon esito. A questo punto i due campani avevano mutato atteggiamento verso il direttore, accusandolo della mancata erogazione del prestito che avrebbe comportato loro gravi danni economici. I due, millantando l’appartenenza a gruppi legati alla criminalità organizzata campana, avevano intimato al bancario di attivarsi per ottenere, anche tramite dei prestanome, un finanziamento per gli importi richiesti, minacciando, in caso contrario, ritorsioni fisiche verso lui e i suoi familiari. Malgrado le pressioni che aveva ricevuto dai due, il direttore era riuscito ad evitare, con vari stratagemmi, l’erogazione del prestito a favore dei prestanome che i due, nel corso delle settimane successive, gli avevano presentato. La coppia si era quindi trovata ad innalzare le richieste fino ad un incontro avvenuto in una zona isolata di Falconara, in cui gli estorsori erano alle maniere forti e afferrato il direttore per la cravatta lo avevano minacciato dicendogli: “Non fare c…..e, ti sei sposato da poco. Se vuoi continuare ad andare in giro tranquillo e mettere la cravatta devi fare come diciamo noi altrimenti sei morto”.

Il direttore avrebbe dovuto permettere alla donna di accedere ai terminali della banca da cui lei stessa avrebbe potuto prelevare i dati relativi ai conti correnti che avrebbe poi utilizzato per commettere frodi informatiche. Invece il direttore si era rifiutato e i due, accompagnando ulteriori richieste con nuove minacce di morte, gli avevano proposto di collaborare ad una rapina ai danni della filiale, chiedendogli indicazioni sulla disponibilità di denaro e di agevolare l’azione dell’uomo che materialmente si sarebbe presentato per commettere il reato. Ad un altro rifiuto sono seguite ancora minacce gravi, ma questa volta, convinto di trovarsi davanti due appartenenti alla camorra, il dirigente di era visto costretto a promettere l’erogazione di 5000 euro prelevandoli dal proprio conto corrente. Per mantenere la promessa, il bancario si era recato il 25 febbraio presso lo stadio di Falconare consegnando una prima parte del denaro a B.P.: circa 1000 euro. Comprendendo a questo punto di trovarsi in una situazione potenzialmente senza via di uscita, la vittima aveva deciso di contattare i Carabinieri di Falconara, denunciando l’accaduto. Gli investigatori, dopo aver ascoltato i fatti, avevano predisposto un servizio per sorprendere in flagrante gli estorsori. E così, fintisi clienti della banca, i militari, nella mattinata del 2 marzo, si sono appostati nei pressi dell’ufficio del direttore. All’arrivo dell’estorsore gli inquirenti avevano assistito di fatto alla consegna della seconda parte di denaro, circa 500 euro, registrando l’accaduto e bloccando prontamente l’uomo all’uscita dell’ufficio. Dall’immediata perquisizione sono emerse alcune ricevute di ricarica di una Postepay intestata a D.G.V. che provavano come il denaro consegnato il giorno precedente fosse stato immediatamente girato dall’uomo alla sua complice, che in quel momento si trovava a Napoli.

Attraverso il cellulare dell’uomo è stato possibile ricostruire le conversazioni intercorse tra i due complici. Nello specifico l’analisi dell’applicazione Whatsapp aveva confermato ulteriormente il coinvolgimento della donna nell’attività estorsiva ai danni del bancario. Sulla scorta dei risultati dell’attività d’indagine il Giudice delle Indagini Preliminari presso il Tribunale di Ancona ha emesso nei confronti della donna il mandato di arresto per estorsione aggravata e continuata in concorso eseguito nella mattinata di martedì 08 marzo. Sono al vaglio invece le posizioni di altri soggetti che potrebbero aver avuto un ruolo secondario nell’attività estorsiva. A supporto dei militari falconaresi è intervenuta anche la stazione dei Carabinieri di Napoli Posillipo.


   

di Enrico Fede
redazione@vivereancona.it

 







Questo è un articolo pubblicato il 08-03-2016 alle 19:42 sul giornale del 09 marzo 2016 - 1786 letture

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