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Jesi: il nigeriano coi machete sarà processato. Medaglie ai militari che lo bloccarono

Il nigeriano Precious Omobogbe coi machete 1' di lettura 29/04/2015 - Tentato omicidio, lesioni, furto e danneggiamento aggravati, resistenza a pubblico ufficiale: questi i capi d'accusa di cui dovrà rispondere Precious Omobogbe, il nigeriano di 27 anni che lo scorso 1 settembre seminò terrore a Porta Valle.

Il Giudice per l'udienza preliminare Zagoreo ha diposto il rinvio a giudizio lunedì. Il processo avrà inizio il prossimo ottobre. La difesa del nigeriano ribadisce la sua incapacità di intendere e di volere. Omobogbe dopo essere stato tradotto a Montacuto, era stato ricoverato presso l'ospedale Carlo Urbani, sotto sedativi, per alcuni giorni successivi al suo arresto. Il giovane dava in escandescenze ogni volta che terminava l'effetto dei calmanti.

Nell'episodio di settembre, quando il nigeriano rubò da una coltelleria dei machete e iniziò a girare per il centro storico, in zona Porta Valle, inveendo contro i passanti e minacciandoli con i machete in mano, era stato inseguito dalle forze dell'ordine finché sulla gradinata della chiesa di San Pietro è stato bloccato dal comandante dei Carabinieri Mauro Epifani, che era stato ferito al fianco.

Oltre al plauso dell'amminstrazione e di cittadini per il lavoro svolto, era stato consegnato un riconoscimento ai militari impegnati nell'arresto di Omobogbe durante il consiglio comunale del 9 settembre 2014: assieme al comandante Epifani anche il maresciallo Fabio Del Beato e il brigadiere Gabriele Di Francesco.



Arriva oggi la notizia che riceveranno una medaglia d'argento, su decisione del Presidente della Repubblica, proposta dal Ministero della Difesa. Potevano uscire delle vittime quel giorno, ma la tragedia è stata scongiurata grazie al loro intervento.


   

di Cristina Carnevali
redazione@viverejesi.it







Questo è un articolo pubblicato il 29-04-2015 alle 11:27 sul giornale del 30 aprile 2015 - 1034 letture

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