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"E' la mia vita, decido io". Il senigalliese Max Fanelli si incatena per protesta ad Ancona

Max Fanelli 1' di lettura 19/04/2015 - "E' la mia vita, decido io". E' questo il grido silenzioso ancora rimasto inascoltato dalla legge di Max Fanelli, senigalliese 54enne malato di Sla, che sabato si è incatenato per protesta ad Ancona.

Si è fatto incatenare, sabato pomeriggio, in pieno centro ad Ancona nei pressi della Galleria dorica, Max Fanelli da tempo inchiodato ad una sedia a rotelle ed nel suo corpo a causa di una grave malattia, la sclerosi laterale amiotrofica.

Una protesta silenziosa, ma allo stesso tempo significativa e simbolica per dire si all'eutanasia legale e far si che le persone malate, come lui, abbiano la possibilità di decidere sulla propria vita. Al suo fianco la moglie Monica che ha ribadito i desideri del marito. "Siamo arrivati a questo gesto simbolico perchè vogliamo che tutte le persone nelle condizioni di Massimo possano togliersi queste catene che impediscono loro di seguire quello che è il loro desiderio, di ottenere quello che vogliono per la loro vita".

Una dimostrazione la sua che ha sicuramente sensibilizzato sul tema e che speriamo porterà ad una pronuncia che diventi poi legge da chi di dovere.






Questo è un articolo pubblicato il 19-04-2015 alle 20:12 sul giornale del 20 aprile 2015 - 1371 letture

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