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Falconara: Lodolini e Arlotti, una cabina di regia a Palazzo Chigi contro la chiusura degli stabilimenti balneari marchigiani

4' di lettura 11/04/2015 - Gli Onorevoli Arlotti e Lodolini difendono i diritti degli imprenditori balneari marchigiani e romagnoli con argomentazioni forti da portare in Parlamento per una classe industriale che non si vuole fare scomparire nel nulla al contrario di quanto si sta avverando in questi giorni.

La situazione dell’industria del turismo balneare, capace di produrre il 14 % del Pil della Regione Marche, stando ai dati individuati dalla Politecnica, sembra essere agli sgoccioli. L’On. Lodolini si confronta sabato mattina con gli imprenditori del settore all’Hotel Touring di Falconara sulla possibilità di variare le imposizioni richieste dal governo italiano che potrebbero portare alla chiusura di duecentocinquanta aziende famigliari nell’immediato futuro. Per Enzo Monachesi, presidente di Sib Confcommercio Marche, “i balneari sono deli eroi, che continuano a lavorare nonostante dal 2006 abbiano perso la dignità. Da dieci anni sono vessati da una politica sbagliata che è prerogativa di Roma e non una richiesta dell’Europa”. Controbatte l’accusa “di non fare investimenti e di essere un problema per l’economia del Paese. L’Onorevole Baretta ci è venuto a dire questo nelle Marche e noi chiediamo che li facesse lui gli investimenti in questa situazione drammatica e gli facciamo presente che il turismo balneare marchigiano traina quello dell’intera penisola”. Molto attenta la sua disamina sulla situazione italiana nell’ambito europeo, all’interno del quale altre nazioni, come Spagna e Portogallo, ma anche Croazia, hanno saputo mantenere la loro peculiarità, che si vorrebbero conservare anche per lo stivale. Filippo Borioni, presidente di Oasi Confartigianato, chiede all’Europa di riconoscere il valore commerciale alle imprese che operano all’interno delle concessioni demaniali in modo da evitare quell’esproprio “che sta per attuare indiscriminatamente lo stato senza rendersi conto che si tratta di imprese su cui famiglie intere hanno investito il proprio futuro. È controproducente rendere la situazione italiana identica a quella europea, perché l’Italia con le sue piccolissime imprese costituisce la migliore offerta di turismo balneare di tutta l’Unione, con una fortissima presenza di turisti stranieri. Non si crea occupazione, come chiederebbero invece le direttive UE, mandando via gli imprenditori presenti e sostituendoli con altri che non conoscono il territorio”.

Il punto focale è la necessità di una presa di posizione coraggiosa da parte del governo, nel tutelare le piccole imprese, anima del ricco turismo balneare italiano, per poter tornare a parlare di investimenti – “ma con una proroga di almeno trent’anni” chiede Monachesi – anziché lasciare le spiagge in mano ai grandi gruppi che potrebbero strozzare i clienti e i piccoli investitori. L’On. Tiziano Arruoti, oltre al delicato tema delle chiusure per mancanza di investimenti su aree demaniali, propone la soluzione alla continua erosione delle coste con l’istituzione di un fondo dedicato, per abbattere l’idea diffusa che si tratti di “un evento una tantum”. A chi però si agita chiedendo di modificare lo statuto dei siti demaniali trasformandoli in aree con diritto di superficie – ovvero edificabili – o “sdemanializzandole” attraverso l’acquisto, ribatte: “Il diritto di superficie non è applicabile alle spiagge e la sdemanializzazione è un grosso errore che comporta solo maggiori costi agli esercenti. Non credete alle bufale che vi ha propinato qualcuno – si prepara a questa frase un Monachesi pronto a sfidare sul ring Baretta -, perché la soluzione è una sola: trasferire il demanio marittimo alle Regioni e ai Comuni, che gestiscono la regolamentazione urbanistica e quindi possono rimettere in mano ai cittadini le attività di loro proprietà. Si deve operare per riattivare le concessioni esistente e crearne di nuove, perché ce n’è la possibilità”.

L’On. Emanuele Lodolini preferisce prepararsi alla battaglia di fine maggio in Parlamento piuttosto che apportare un suo contributo verbale, sostituito dalla creazione di una cabina di regia a Palazzo Chigi, guidata da Presidenza del Consiglio, MIBACT, MEF e Agenzia del Demanio che favorisca e finalizzi il confronto con le categorie e le rappresentazioni istituzionali coinvolte.


   

di Enrico Fede
redazione@vivereancona.it

 





Questo è un articolo pubblicato il 11-04-2015 alle 15:00 sul giornale del 13 aprile 2015 - 754 letture

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