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Legambiente: 'La Regione aderisca subito alla Carta Nazionale dei Contratti di Fiume'

Fiume Misa 3' di lettura 19/12/2014 - La fragilità del territorio che vede il 99% dei comuni marchigiani a rischio idrogeologico e la condizione dei corsi d'acqua mettono in luce l'urgenza di cambiare passo nella gestione del territorio.

Ad oggi i Contratti di fiume rappresentano un'importante occasione di coinvolgimento, informazione e sensibilizzazione nella tutela dei corsi d'acqua attraverso la partecipazione di comunità locali, associazioni ambientalistiche, agricoltori, operatori turistici, forze sociali ed imprenditori, che vivono e operano sui fiumi. Un mezzo attraverso cui definire le azioni da mettere in campo e stabilire gli interventi più urgenti per ridurre il rischio idrogeologico.

I “Contratti di fiume”, sono, infatti, degli importanti strumenti, che stanno trovando in tutt’Italia un crescente interesse poiché rappresentano uno mezzo molto efficace di programmazione partecipata grazie ai quali è possibile supportare la pianificazione e programmazione all’interno dei distretti idrografici, secondo un approccio integrato e che vede la presenza attiva delle realtà territoriali. L’obiettivo è la promozione della riqualificazione del fiume e delle sue sponde, per la tutela delle risorse idriche e per interventi di manutenzione e prevenzione contro il rischio idrogeologico. Ma si tratta anche di uno strumento che può servire da volano per il rilancio dell’intero territorio regionale.

“Cambiare rotta non è solo necessario ma urgente – dichiarano Luigino Quarchioni e Francesca Pulcini, presidente e vicepresidente di Legambiente Marche -. La messa in sicurezza del nostro territorio è prioritaria per il futuro, la qualità e la competitività della nostra Regione e le prospettive che sapremo darci passano da alcune priorità che non sono più rinviabili; per questo motivo chiediamo alla Regione, in questi ultimi mesi di legislatura, di aderire alla Carta Nazionale dei Contratti di Fiume. Uno strumento necessario per fornire un quadro istituzionale di riferimento a tutte le spinte che provengono dal territorio poiché riteniamo di grande importanza procedere alla messa in sicurezza della Regione attraverso una meticolosa cura e manutenzione dei nostri corsi d'acqua. Auspichiamo che il contratto di fiume diventi il nuovo metodo di lavorare e vivere il territorio e in cui istituzioni, cittadini e forze sociali collaborano e condividono gli interventi per la gestione del fiume.”

Legambiente Marche ha infatti contribuito attivamente all'avvio dei contratti sul territorio marchigiano, in particolare si è reso protagonista nei percorsi già avviati per il fiume Misa (proposta in occasione dell'arrivo di Goletta Verde ad Ancona) e per il fiume Esino.

Per quest'ultimo, il percorso del contratto di fiume, iniziato congiuntamente con la collaborazione dal Comune di Jesi e dalla Riserva Naturale “Ripa Bianca” - WWF si è caratterizzato con una serie di incontri per condividere con gli amministratori, le associazioni del territorio e i soggetti interessati un manifesto di intenti che è stato discusso e sottoscritto dai soggetti coinvolti.

Si tratta di una prima forma di sperimentazione nel territorio marchigiano che potrà fare da apripista sia per affrontare la delicata situazione che stanno vivendo i fiumi marchigiani sia come strumento per l’integrazione e il coordinamento tra i numerosi Piani e norme sulla gestione e tutela delle acque e per la difesa del suolo, ponendo così le basi per una nuova e necessaria visione di partecipazione attiva alle politiche ambientali in Italia.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 19-12-2014 alle 17:07 sul giornale del 20 dicembre 2014 - 936 letture

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