Giannini (PdCI) sul voto sulle modifiche dello Statuto

2' di lettura 30/10/2014 - In relazione al voto in Consiglio Regionale sulle modifiche dello Statuto, con l’introduzione della possibilità di nominare sino a sei assessori esterni, riteniamo che il voto del compagno Raffaele Bucciarelli, Consigliere della Federazione della Sinistra-PdCI/PRC, sia coerente con quello negativo espresso in occasione della riduzione del numero dei Consiglieri Regionali.

Ridurre il numero dei Consiglieri e ammettere la possibilità di un unico assessore esterno significherebbe indebolire il Consiglio Regionale a favore del Governo, ridurre il dibattito ed il controllo democratico a favore del potere esecutivo. Lo diciamo ai compagni del PRC : il voto di Bucciarelli si basa solo sull’idea di una difesa della dialettica democratica, nella fase che viviamo segnata dal restringersi continuo degli spazi di democrazia. E’ un voto – a partire da questo assunto – che non ha ceduto a nessuna sirena populista volta alla “riduzione delle spese della politica”, una concezione demagogica che troppo spesso, negli ultimi anni, è sfociata nell’attacco agli assetti democratici e alle forze comuniste e di sinistra, premiando le forze della destra e della conservazione.

Il voto del compagno Bucciarelli si è basato solo su questa tesi e non su altre. L’evocazione, da parte del PRC, di un nuovo asse che andrebbe da NCD sino al PdCI è una malignità che non avremmo mai voluto sentire.
Si può essere non d’accordo, a sinistra, con il voto del compagno Bucciarelli, ma non si può e non si deve trarre da ciò un’analisi sbagliata.

Il PdCI delle Marche è fortemente impegnato, con SEL, con il PRC e con le altre forze della sinistra e di movimento nel costruire un polo di sinistra e di alternativa e da questa linea non recede. Sta a tutti noi, a sinistra, non creare ostacoli a tale progetto.

Per ciò che ci riguarda la polemica è chiusa qui, poiché le energie vanno investite nella costruzione dell’unità della sinistra, a partire dalle lotte e dalla stigmatizzatone severa dell’attacco delle forze dell’ordine e del governo Renzi contro gli operai di Terni.