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Cardogna (Verd): 'La caccia sempre più in conflitto con gli interessi della collettività'

caccia 2' di lettura 10/10/2014 - “Il Consigliere regionale dei Verdi, Adriano Cardogna, critico su una modifica che di fatto privatizza strutture che sembrano perseguire gli interessi di alcuni cacciatori piuttosto che quelli pubblici.”

- E' il Capogruppo dei Verdi Adriano Cardogna che torna a parlare di “caccia” per criticare quello che ritiene un altro peggioramento della legge: cioè il conferimento della personalità giuridica di diritto privato agli Ambiti Territoriali di caccia. “La legge statale nel corso di questa legislatura è stata ripetutamente stravolta per assecondare le richieste della parte meno evoluta del mondo venatorio, gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: rarefazione della fauna selvatica stanziale e proliferazione incontrollata dei cinghiali con gravi danni all'agricoltura e pericoli alla circolazione stradale.

L'istituzione degli Ambiti di caccia doveva eliminare il nomadismo venatorio e coinvolgere anche ambientalisti e agricoltori nella gestione faunistico-venatoria, ma tranne qualche eccezione i risultati non ci sono stati, proprio perché a queste strutture, di fatto in mano ai cacciatori, sono state attribuite competenze gestionali e poteri senza prevedere un efficace sistema di controllo.” “Già negli anni scorsi“ - prosegue Cardogna - “i Comitati di Gestione degli ATC si sono trovati ad amministrare milioni di euro, affidando incarichi, consulenze, acquistando selvaggina, elargendo rimborsi ed altro, in molti casi senza adeguate procedure di evidenza pubblica, ora con l'approvazione della legge e la loro “privatizzazione” saranno ancora meno vincolati verso una gestione trasparente.”

“Invece proprio in virtù del ruolo pubblico che sono tenuti a svolgere in quanto la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato da tutelare nell'interesse della collettività” – conclude il Verde Cardogna - “avrei preferito un provvedimento in direzione opposta per ridurre la già eccessiva discrezionalità e le finalità di lucro che sembrano prevalere. Un esempio i corsi a pagamento per cacciatori di selezione organizzati a pieno ritmo con il rischio di abilitare un numero di cacciatori superiore a quello dei caprioli, con piani di prelievo basati su censimenti spesso effettuati esclusivamente dagli stessi cacciatori che potrebbero avere la tentazione di sovrastimare il numero dei caprioli per abbatterne di più.”


   

da Adriano Cardogna
Presidente del Gruppo Verdi, Regione Marche




Questo è un comunicato stampa pubblicato il 10-10-2014 alle 16:01 sul giornale del 11 ottobre 2014 - 1092 letture

In questo articolo si parla di verdi, attualità, caccia, adriano cardogna

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