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Maiolati: finte dipendenti del comune raggirano anziani e li derubano, ricercate tre donne in Suv

carabinieri 3' di lettura 04/10/2014 - Ancora una volta anziani, invalidi, cadono nelle trappole messe in atto da truffatori e malintenzionati. A commettere il colpo, stavolta, tre donne col volto coperto da fazzoletti e grandi occhiali da sole, a bordo di un Suv di colore scuro.

Una di loro si è introdotta nell'abitazione di una coppia di anziani residenti a Moie giovedì pomeriggio intorno alle 16.30 e, fingendosi dipendenti del Comune, li ha derubati.

A raccontare l'accaduto è il genero dei signori Elvino Mase, 65enne, invalido colpito da ictus 4 anni fa, e Licia Costarelli, anche lei invalida operata alla cornea da poco tempo. Lo stratagemma messo a punto dalle tre donne fa pensare che li stessero osservando da un po' prima di mettersi all'opera: hanno atteso di agire quando sia il suocero che il figlio dell'anziana coppia erano usciti. All'interno dell'abitazione era rimasto un cugino degli anziani, il sig. Bruno Cesaroni.

Il cancello dell'abitazione era aperto e una donna sui 50 anni vestita di nero e occhiali scuri è scesa dall'auto ed è entrata, ha suonato il campanello dell'abitazione e la truffa è iniziata così: "Si è presentata come esattrice dell'Imu del comune, il quale doveva riscuotere 300 euro per ogni cedolino di pensione e ne chiedeva l'esibizione a mia suocera", racconta il sig. Giuseppe Trombettoni.

La sig.ra Costarelli si è appena operata all'occhio e non riesce a vederci bene, così il sig. Mase insospettivo ha chiesto alla donna di togliersi gli occhiali e di indentificarsi meglio, ma la sedicente esattrice comunale ha insistito per spiegare alla signora, invitando gli uomini a parlare tra di loro.

Anche l'anziana ha spiegato che ad occuparsi di queste questioni era al figlio Daniele, proprio perché lei non ci vede bene. Ma la donna in nero non ha mollato e ha pure finto di chiamarlo con il cellulare, per poi riferire che non non era raggiungibile. La truffatrice si è fatta quindi consegnare una borsa portadocumenti dove erano custoditi assieme ai cedolini della pensione richiesti anche 3.000 euro in contanti.

A quel punto il parente della coppia presente in casa in quel momento, il sig. Bruno Cesaroni, per far luce su ciò che stava accadendo, iniziava a fare domande sui pagamenti e la donna lo invitava a tornare a casa perché una sua collega lo aspettava presso la sua abitazione sempre per lo stesso incombente. Uno stratagemma per restare sola con i due anziani.

Appena uscito il sig. Cesaroni, la donna ha finto di preoccuparsi dell'occhio dell'anziana e ha chiesto di voltarsi per controllarla, poi è scappata con il bottino. Il sig. Mase dalla finestra l'ha vista salire in auto e fuggire assieme al portadocumenti e l'intero contenuto: i 3.000 euro, i documenti ed il Bancoposta.

Gli anziani hanno dato l'allarme alla locale stazione dei Carabinieri e le tre donne a bordo del Suv sono attualmente ricercate.


   

di Cristina Carnevali
redazione@viverejesi.it





Questo è un articolo pubblicato il 04-10-2014 alle 17:37 sul giornale del 06 ottobre 2014 - 1068 letture

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