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Dipendiamo Banca Marche: 'Fino in fondo contro i responsabili. Anche il personale è parte lesa'

L'associazione Dipendiamo Banca Marche 4' di lettura 28/03/2014 - Nei giorni scorsi abbiamo appreso con molto piacere ed interesse dai commissari di Banca Marche relativamente ad una situazione che, con grande fatica e sacrifici soprattutto del personale, sta avviandosi verso una auspicata “normalità”, dopo i pesantissimi danni provocati dalla gestione irresponsabile dei mesi passati.

Tra ieri ed oggi, invece, abbiamo appreso che, oltre alle difficoltose azioni intraprese per la sistemazione dei conti necessaria ad una “nuova partenza”, l'attuale gestione di Banca Marche è giunta anche, con grande merito per questo, ad individuare la presenza delle responsabilità individuali sulle quali auspichiamo sia fatta piena luce, così come meritano la clientela, il personale e tutti coloro che, rivestendo in questi anni ruoli interni alla banca, hanno sempre agito con la massima correttezza e trasparenza.

Questa associazione, già nell'Assemblea degli azionisti del 30 aprile 2013 in cui veniva approvato il bilancio 2012, aveva espresso voto favorevole ad una azione di responsabilità e le notizie di questi giorni confermano in pieno la giustezza della nostra posizione. Così come viene confermato che in tutta questa vicenda il personale tutto può definirsi parte lesa. Sarà quindi cura anche di questa associazione intraprendere in seguito tutte le azioni necessarie a tutelare i propri iscritti.

La posizione oggi assunta dai Commissari e dalla attuale Direzione generale induce a guardare con maggiore fiducia l'interesse manifestato dai settori produttivi marchigiani e dalle associazioni di categoria che li rappresentano, senza dei quali noi non pensiamo si possa rilanciare una banca con le caratteristiche territoriali che la stessa si era data fin dal momento della sua costituzione da parte delle Fondazioni.

E bene stanno facendo tutti quei rappresentanti politici marchigiani che, con propri interventi in varie sedi, stanno cercando soluzioni atte ad incrementare questo grado di fiducia. Come associazione dei dipendenti azionisti abbiamo sempre ribadito con forza questa necessità ed oggi non possiamo che essere pienamente soddisfatti del fatto che l'impegno per un progetto che veda insieme Fondazioni, associazioni di tutti i settori produttivi e, aggiungiamo noi personale dipendente, stia iniziando a prendere forma, se non ancora nei fatti, per lo meno nelle intenzioni.

E' vero, tutto ciò forse non potrà avere seguito se nella futura compagine societaria di Banca Marche non sarà fortemente presente una importante componente rappresentata da un primario partner bancario, ma, nello stesso tempo, quella che si andrà a ricreare non sarà certamente più la “Banca delle Marche” se in essa anche le associazioni degli imprenditori, i rappresentanti delle famiglie e quelli dei lavoratori non avranno un peso fondamentale nelle scelte amministrative di indirizzo e di controllo.

Se in questi mesi la clientela, nella quasi totalità, ha continuato a credere in Banca Marche, ciò è avvenuto certamente per il corretto e puntuale operato della gestione commissariale ma, soprattutto, per la fiducia che nel corso di questi anni le lavoratrici ed i lavoratori di ogni agenzia hanno saputo infondere con la propria professionalità nelle famiglie e negli imprenditori che si rivolgevano giornalmente a questa banca ricevendo sempre risposte puntuali ai problemi che venivano posti.

E questa professionalità rimane la base fondamentale per il futuro di Banca Marche. In tale senso non si dimentichi quella dimostrata anche da quei circa 200 giovani colleghi precari non riconfermati, non certamente per demeriti propri. Dopo che il personale tutto e le organizzazioni sindacali che lo rappresenta hanno saputo dare una grande prova della propria responsabilità accettando un piano di prepensionamento necessario ad una importante riduzione dei costi, noi pensiamo che la maggiore esperienza dei lavoratori presenti unita alla maggiore capacità di adattamento di quei 200 giovani colleghi costituiranno le armi vincenti per affrontare le difficoltà della faticosa riorganizzazione necessaria per fare ripartire Banca Marche.

Quindi un capitale sociale formato da una quota minoritaria di un nuovo partner bancario, una quota minoritaria delle Fondazioni, una quota minoritaria delle imprese del territorio, ed una quota minoritaria dei privati e delle famiglie. Un CdA composto da non più di nove membri in cui siano presenti un rappresentante del Personale dipendente ed i rappresentanti di tutte le categorie sopra citate. Una politica creditizia in sintonia con un sistema economico caratterizzato da una forte prevalenza di piccole e medie imprese.

La formazione di una compagine di lavoratori che includa tutti quei giovani ragazzi già formati attraverso un periodo di precariato già effettuato con grande merito. Una riduzione dei compensi dei futuri amministratori. Una politica contrattuale che porti ad una “rivisitazione” di tutto il monte salari con la eliminazione di sperequazioni ingiustificate tra i vari gradi del Personale. Non si tratta di una ricetta semplice ma neanche impossibile da realizzare ed i marchigiani hanno sempre dimostrato di essere tenaci.


   

da DiPendiamo Banca Marche





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 28-03-2014 alle 18:47 sul giornale del 29 marzo 2014 - 1015 letture

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