Jesi: il ricordo del giornalista Giuseppe Luconi

2' di lettura 16/03/2014 - …Sui tasti le sue dita farfalle in libertà, viveva con orgoglio la sua età… e senza una ragione se ne andava... ha lasciato nel cassetto, fra gli spartiti, il suo concerto antico e un po’ ingiallito dal tempo… ha lasciato tutti i dischi, le foto in compagnia di artisti… ritagli di giornali… e tanti ricordi… ritornano le note del suo passato… e senza una ragione se ne andava...

Il tempo si è fermato tra le pagine aperte del suo ultimo lavoro. Lo scrittoio, dove Giuseppe Luconi trascorreva la maggior parte delle sue giornate, è ora avvolto dal silenzio impenetrabile che segue sempre ad una grande perdita. La stessa Jesi, la Jesi che egli amava tanto e a cui ha dedicato il suo talento e la sua vita, resta attonita e sola alla notizia della sua scomparsa.

Pochi sapevano della malattia che lo aveva costretto al letto da una ventina di giorni e che lo ha spento alle ore 17 di sabato 15 marzo nella stessa casa di via Marconi dove era nato nel maggio del 1928 e dove ha trascorso tutta la sua vita. Quelli di giornalista, scrittore, storico, disegnatore sono i lati più conosciuti della sua poliedrica personalità, ma Luconi sapeva anche giocare a pallone, suonare l’organo, insegnare a scuola oltre che in redazione, svolgere in maniera eccellente il suo lavoro in ufficio alla Gherardi, amare e rispettare il prossimo e il lettore.
E soprattutto, sapeva affrontare la vita e la stessa malattia con rigore, spirito combattivo ed una innata ironia; con dignità e sobrietà, onestà e fermezza, umiltà e riservatezza.

Numerosi i riconoscimenti che gli sono stati tributati. Il più grande, però, glielo renderà lo scorrere stesso del tempo, quando la naturale distanza dalle cose e dagli eventi darà ancora più valore alla sua opera. L’omaggio corale, ma non ultimo, della sua città e del Vescovo alla salma nella chiesa di Santa Maria del Piano, lunedì 17 marzo alle ore 16.