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Basket: passato, presente e futuro, intervista esclusiva a Walter Magnifico

La Nazionale di Basket U20 campione d'Europa 8' di lettura 05/08/2013 - In un'intervista esclusiva per i lettori di Vivere Pesaro, Walter Magnifico si racconta a 360°, da protagonista sui campi di basket come giocatore, a medaglia d'oro agli Europei con l'Under 20 come Capo Delegazione, senza tralasciare il futuro della Vuelle.

Qual è stato l'avversario più difficile da affrontare nel corso della tua carriera?
Fino ai Campionati Europei di Roma del 1991, quelli che oggi sono divisi in tanti Stati, si presentavano in campo come gli squadroni dell’Urss e della Jugoslavia. Squadre pressochè imbattibili e che di solito si giocavano ogni volta la vittoria finale , tranne che in qualche occasione come la nostra vittoria del 1983 o quella della Grecia nel 1987. E in quelle squadre giocavano dei veri campioni che considero veramente di un’altro pianeta, Sabonis, Belostjonny, Tkachenko, Volkov, Divac, Radja, Paspalj, tutti atleti con i quali mi sono confrontato molto spesso e contro i quali ho dovuto faticare parecchio.

E poi c’erano gli avversari più “umani”, ma non certamente più facili da affrontare, Andres Jimenez, spagnolo, un atleta formidabile grande contropiedista, Stephane Ostrovsky, francese, dotato di una tecnica sopraffina soprattutto all’interno dell’area, vicino a canestro, Panagiotis Fassoulas, greco, alto, braccia lunghissime, grande stoppatore e rimbalzista, Christian Welp, tedesco, fisicaccio e buona tecnica.

Per parlare del Campionato Italiano, bè certamente Meneghin il numero uno in assoluto, e poi Bob Mc Adoo e Corny Thompson tanto per ricordare gli scontri scudetto, ma uno in particolare mi faceva diventare matto, è Davide Pessina, tecnica e capacità di realizzazione altissime, veramente un incubo!

Nell’arco della mia lunga carriera ce ne sono stati veramente tanti, ma credo che anch’io a qualcuno …. non ho fatto dormire sonni tranquilli!


Dal passato al presente: come vedi il basket di oggi?
Come tutti gli sport, anche il basket ha seguito la sua normale evoluzione. Un cambiamento che ha interessato soprattutto la componente fisica e atletica del giocatore e di conseguenza la velocità di esecuzione, la forza e l’intensità di gioco ne hanno beneficiato.

Di contro c’è, purtroppo, nei giocatori una diminuzione evidente delle abilità tecniche e della conoscenza dei fondamentali e della comprensione del gioco.

Un altro aspetto del cambiamento riguarda il gioco che mettono in atto le squadre, ormai tutto si è uniformato, quasi tutte le squadre giocano alla stessa maniera, abusando di alcuni elementi del gioco, come il pick & roll o come il fatto di giocare praticamente senza lunghi in area.

Le partite si preparano al videotape fin nei minimi dettagli, si programmano piani partita e si mandano in campo i giocatori … ad eseguire i compiti come soldatini.


Secondo te chi è il miglior giocatore attuale italiano?
La finale del Campionato dell’anno scorso fra Siena e Roma, ci ha regalato un duello fra due grandi giocatori che sono stati i punti di riferimento delle loro rispettive squadre , tanto per qualità di gioco, quanto per leadership.
Daniel Hackett e Gigi Da Tome sono stati protagonisti, insieme, di una grande stagione, quindi a loro spetta meritatamente la palma di MVP
.

Dopo la carriera cestistica nel 2004 hai partecipato al Corso per Allenatore Nazionale e attualmente segui la Nazionale U20 in veste di Capo Delegazione e Responsabile, quale futuro vedi per il basket italiano?
Sono il Capo Delegazione della Nazionale Under 20 da 5 anni e quest’anno abbiamo raggiunto un risultato storico per il nostro movimento vincendo una splendida medaglia d’oro al Campionato Europeo che si è giocato a Tallinn in Estonia.

E’ stato un momento molto emozionante per tutti i ragazzi e per tutti noi dello staff.

Questa medaglia, insieme a quella d’argento ottenuta due anni fa in Spagna, sta a significare che il lavoro che gli allenatori svolgono a livello giovanile è di grande qualità, i ragazzi ci sono, se penso ai vari Gentile, Melli, Polonara, De Nicolao di due anni fa o ai della Valle, Imbrò, Ruzzier, Laganà, Abass di quest’anno non posso che pensare ad un futuro positivo per la Nazionale Italiana.

Bisogna, però, investire questi ragazzi di ruoli da protagonisti nel nostro campionato, non confinarli come spesso succede a ruoli da comprimari, è necessario dare fiducia ai nostri giovani e lasciarli sbagliare senza troppi allarmismi.

Mi sconvolgo nel leggere dichiarazioni di Società che decidono di far giocare i giovani italiani solo per acquisire il premio produttività dalla Federazione o pensare che solo perché viviamo un momento di crisi economica è giusto puntare sui giovani perché costano meno.

I motivi devono essere ben altri, si deve puntare sui giovani italiani perché valgono come giocatori, per dare un futuro alla Nazionale, per avere una continuità di ricambio generazionale e per dare una più precisa identità alle squadre. Bisogna cambiare atteggiamento, spero vivamente che accada.


Attualmente sei responsabile tecnico del Centro Minibasket e della Real Magnifico Basket Club Asd che nell’arco di pochi anni ha ottenuto un riscontro molto positivo nel pesarese, vuoi “crescere” nuovi talenti?
Siamo al nostro terzo anno di vita ed abbiamo raggiunto i 135 iscritti, la nostra attività si svolge con i corsi di Pesaro, di Montelabbate in collaborazione con la Pisaurum 2000 Basket e di Fano in collaborazione con l’ASI di Pesaro Urbino e che quest’anno chiameremo “Orange Basket Fano”.

La nostra Associazione ha come obiettivo far divertire e far crescere i giovani facendo della sana attività sportiva, di imparare il minibasket e il basket in totale clima di amicizia e con il giusto grado di competizione, senza esasperare il risultato sportivo a tutti i costi e sopra ogni cosa.

Partecipiamo ai Campionati Provinciali Minibasket organizzati dal Comitato Fip di Pesaro-Urbino e quest’anno anche ai Campionati under 15 e under 14 Regionali, oltre naturalmente a feste e partite amichevoli con i Centri Minibasket di tutta la Provincia.

L’impegno della “Real Magnifico Basket Club” e del C.M. “Magnifico Basketball” ad essa collegato spazia anche sul fronte didattico collaborando in orario curriculare mediante l’organizzazione di lezioni pratiche e teoriche, a titolo gratuito, rivolte agli studenti delle scuole primarie e secondarie inferiori, e nasce con l'intento di facilitare l'approccio al giocosport Minibasket, evidenziando la parte ludica del gioco e di confronto, ovviamente rivedendone i criteri e le modalità di applicazione, semplificando l'utilizzo delle modalità del gioco. Nel corso dell’anno scolastico il progetto ha interessato 25 classi di diversi Istituti e più di 600 bambini.


Parliamo della Vuelle, cosa ne pensi della nuova situazione e della stagione che verrà?
L’arrivo di persone che hanno rappresentato una parte importante della storia della Vuelle è un segnale importante, Costa e Dell’Agnello possono far bene, ma a ciò si deve purtroppo considerare la dichiarata uscita di scena di Scavolini e la situazione di crisi economica in cui versa il nostro Paese che non aiuta certamente nella ricerca di nuove sponsorizzazioni.

Probabilmente avremo un budget fra i più bassi dell’intero Campionato, ma ciò non significa assolutamente che la squadra sarà lo specchio di ciò, gli elementi importanti nella costruzione di una squadra, sintonia, generosità, gruppo, spogliatoio, molto spesso valgono molto di più dei semplici parametri economici.


Ormai vivi da tanti anni a Pesaro ed è diventata la tua città. Cosa faresti per avvicinare i giovani allo sport e quali consigli daresti ai ragazzi di oggi?
Bè, credo che lo sport rappresenti ancora uno dei valori fondamentali per aiutare la crescita e la formazione di un ragazzo, per ciò che riguarda l’aspetto fisico e quindi tutto ciò che riguarda la salute e la cura del proprio corpo inteso anche come alimentazione, per l’aspetto relazionale e quindi di rispetto nei confronti di amici e avversari, per rafforzare i valori di solidarietà, impegno costante e spirito di sacrificio, in pratica tutto ciò che può rendere un individuo una persona migliore.

Il mio consiglio ai ragazzi è quello intanto di vivere lo sport come un gioco, quando viene a mancare la componente del divertimento tutto diventa più difficile e noioso, di viverlo con passione e volontà, man mano che si cresce lo sport può rappresentare sudore, fatica, impegno costante e soprattutto di non vivere il risultato sportivo e quindi la vittoria come unico obiettivo sopra ogni cosa.








Questa è un'intervista pubblicata il 05-08-2013 alle 12:30 sul giornale del 06 agosto 2013 - 1535 letture

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