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Ancona: 'Infiltrazioni mafiose' anche nel Cantiere navale, tra gli indagati l'ex operaio Corradengo

porto di ancona 1' di lettura 17/04/2013 - Sigilli a 3 società e sei arresti, questo il bilancio di un blitz della Dia di Palermo. Nel mirino degli inquirenti le infiltrazioni mafiose nei cantieri navali. Tra gli indagati spicca Giuseppe Corradengo: da operaio a falcoltoso imprenditore della cantieristica navale. L'uomo é ritenuto prestanome del Clan dei "Galatolo".

49 anni ed una carriera pressoché fulminante: da operaio dei Cantieri navali di Palermo a facoltoso imprenditore. E ora l'accusa per lui é "concorso esterno in associazione mafiosa". Una carriera che sembrava inarrestabile, ma non per la DIA, di cui é a Capo l'ex Questore di Ancona, Arturo De felice. Colpito lo storico clan dell'Acquasanta: messi i sigilli a tre imprese del settore con tanto di perquisizioni tra Palermo, Liguria e Veneto. Corradengo é ritenuto prestanome, stando ad un pentito, dei Galatolo.

Grazie a Corradengo venivano riciclati milioni nella cantieristica, mettendo le mani su appalti del Nord Italia. Alcune imprese, nate da capitali mafiosi e rette da prestanome, avevano sviato l'attenzione da palermo e dalla Sicilia stabilendosi altrove: Liguria, ma anche nei principali porti dell'Adriatico, tra cui Ancona. Messi i sigilli alle società "Nuova Navalcoibent srl" di La Spezia, "Eurocoibenti srl" e la "Savemar srl", entrambe con sede a Palermo.

In manette anche la moglie di Corradengo, la 46enne, Rosalia Viola, anche lei prestanome della Cosca e principale canale di comunicazione con il rampollo dei Galatolo, anche lui arrestato nell'operazione, il 40enne Vito Galatolo. Tra gli arrestati anche Domenico Passarello, Vincenzo Procida e Rosario Viola.






Questo è un articolo pubblicato il 17-04-2013 alle 13:51 sul giornale del 18 aprile 2013 - 3144 letture

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