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Latini: 'I precari della sanità non vanno mandati a casa'

Dino Latini 1' di lettura 20/03/2013 - Il taglio di 450 dipendenti della sanità "precari" non va né accettata né compresa. Per uguale numero di dipendenti di aziende private ci siamo mossi dappertutto per cercare di salvaguardare il loro posto di lavoro (giustamente.).

Per i 450 dipendenti della sanità pare già decisa la loro sorte con il rischio di una diminuizione del servizio agli ammalati e nessun rispetto per la loro dignità professionale ed esperienza già maturata. Invece di andare tardivamente in piazza, bisogna trovare delle soluzioni concrete, le conseguenze si sapevano già quando si parlava di riforma della sanità marchigiana e li nessuno ha protestato. Quali soluzioni?

1) dare finalmente l’esempio nei tagli delle nostre indennità, nel tetto degli stipendi ai manager pubblici regionali (a cominciare da quello del servizio sanitario che deve essere ridotto essendovi dirigenti che sono lì, poco utilizzati e senza alcuno motivo) e nelle revisioni delle pensioni già concesse ai consiglieri regionali anche in quiescenza;

2) trovare i fondi per coprire gli stipendi dei 450 precari con il taglio in altri settori dal bilancio della Regione;

3) la riduzione di servizi regionali inutili e in futuro un atto normativo forte ovvero un servizio ispettivo di controllo su tutte le attività del servizio sanità regionale.


da Dino Latini
Capogruppo Assemblea Legislativa




Questo è un comunicato stampa pubblicato il 20-03-2013 alle 16:26 sul giornale del 21 marzo 2013 - 1624 letture

In questo articolo si parla di sanità, attualità, osimo, ancona, dino latini, Assemblea legislativa delle Marche

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