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8 marzo: il Consiglio regionale ricorda le dieci maestre marchigiane che ottennero il diritto al voto

Consiglio regionale 2' di lettura 08/03/2013 - Adele, Carola, Dina, Emilia, Enrica, Giulia, Giuseppina, Iginia, Luigia, Palmira. Sono i nomi delle dieci maestre marchigiane che nel 1906 ottennero il diritto al voto con una sentenza della Corte di Appello di Ancona.

Una pagina di storia che l'Assemblea legislativa ha scelto di ripercorrere questa mattina a Palazzo delle Marche in occasione della giornata dei diritti delle donne, invitando tutte le dipendenti del Consiglio regionale. “Abbiamo deciso di celebrare questa data ricordando le protagoniste di una straordinaria storia di impegno, di una vicenda poco conosciuta, ma molto significativa – ha spiegato il Presidente Vittoriano Solazzi.

“Oggi sulla carta i diritti degli uomini e delle donne sono gli stessi, ma nella realtà le norme non sono ancora attuate” – ha continuato Solazzi, che ha rivolto anche un messaggio di cordoglio e vicinanza alla Regione Umbria per l'uccisione delle due impiegate a Perugia. La vicenda delle dieci insegnanti marchigiane è stata raccontata dal professor Marco Severini, docente di Storia dell'Italia contemporanea all'Università di Macerata e autore del libro “Dieci donne. Storia delle prime elettrici italiane”, edito da Liberilibri.

Dietro questa storica vittoria civile, ottenuta quarant'anni prima del suffragio femminile, la determinazione di un gruppo di maestre di Senigallia e l'intelligenza di un uomo, Lodovico Mortara, allora presidente della Corte d'Appello dorica, poi Ministro di Giustizia. “Un giurista preparato e intellettualmente onesto, progressista e lungimirante”, lo definisce Severini. Sebbene non esercitarono mai il voto, per cinque mesi le maestre furono le uniche donne iscritte alle liste elettorali, poi la Corte di Cassazione negò il diritto, “ma quella sentenza fu rivoluzionaria e portò ad Ancona i giornalisti dei principali quotidiani italiani”, aggiunge Severini, rispondendo ai quesiti di Silvia Serini, dell'Associazione Storia Contemporanea.

Alcuni stralci del libro sono stati letti dalla Vicepresidente Paola Giorgi che ha sottolineato quanto “le battaglie per i diritti delle donne debbano essere considerate, anche dal punto di vista legislativo, battaglie per i diritti civili e per il miglioramento dello Stato”. All'incontro ha partecipato la presidente della Commissione regionale Pari opportunità Adriana Celestini che non ama l'espressione “Festa della donna”. “Purtroppo non c'è niente da festeggiare – ha sostenuto la Presidente Celestini – Preferisco chiamare l'8 marzo la giornata della riflessione sul rispetto delle donne, dell'altro e del diverso da sé”.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 08-03-2013 alle 18:26 sul giornale del 09 marzo 2013 - 2384 letture

In questo articolo si parla di attualità, marche, Assemblea legislativa delle Marche

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