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Nuova legge regionale di riqualificazione urbana, ingegneri: 'L'ennesima occasione sprecata'

commissione edilizia 3' di lettura 06/12/2011 -

“Una legge che è una evidente occasione sprecata”: E’ duro il giudizio espresso dalla Federazione degli Ordini degli Ingegneri delle Marche sulla nuova legge regionale di riqualificazione urbana.



Il parere è stato espresso martedì ad Ancona dall’Ing. Corrado Giommi Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Pesaro Urbino nonché Consigliere e Segretario della Federazione, intervenuto, al posto del Presidente Pasquale Ubaldi, impossibilitato ad essere presente, al Seminario dell’Ance dedicato al tema. “Contrariamente ai pareri favorevoli che si sono sentiti e letti nelle ultime settimane da parte di autorevoli politici ed Amministratori regionali e provinciali, infatti, noi Ingegneri riteniamo questa legge una occasione persa e una dimostrazione dell’autoreferenzialità dei suoi estensori nonché l’estrema lontananza del potere legislativo dai bisogni e necessità della società reale”. Giommi sottolinea come per essere una legge regionale di recepimento della L. 12.07.11 n. 106 di conversione del “Decreto Sviluppo 70/11 non ci sia traccia di “misure concrete di rilancio dell’edilizia, settore trainante dell’economia oggi profondamente in crisi”. Fermo restando che come Federazione “incaricheremo i nostri consulenti di un approfondimento legale sulla validità della LR come recepimento del Decreto Sviluppo, dobbiamo rilevare che ci ritroviamo per le mani l’ennesimo utopico strumento urbanistico sovraordinato, caratterizzato dall’ennesimo orribile acronimo (PORU), con tanto di doppio regolamento da emanarsi entro 3 mesi”. Corrado Giommi evidenzia come nelle Marche “non ci sono abitati con grandi periferie degradate. Le periferie sono più recenti: hanno in generale strade più larghe, tipologie a villini e palazzine da 2 a 8 unità, parcheggi, etc. Gli edifici più bisognosi di riqualificazioni sono nelle zone semi-centrali: espansioni anni 50-70 dei centri storici. Davvero pensiamo di ristrutturare interi quartieri semicentrali con il 14% di incremento volumetrico? Per di più con un piano d’insieme calato dall’alto a tavolino? L’incentivo dato basta a malapena a compensare demolizioni ed oneri di urbanizzazione!”.

Questo in un contesto in cui i Comuni hanno le casse sempre più vuote e quindi impossibilitati a trovare le risorse economiche per incaricare uno o più tecnici di redigere i piani di riqualificazione urbana. La Federazione degli Ordini degli Ingegneri delle Marche ricorda di aver suggerito alla Regione di recuperare la dimensione originale del Decreto Sviluppo, che era quella di stimolare l’iniziativa ai chi vuol fare, attraverso Piani di Recupero di iniziativa privata, in tutte le zone esclusa la A, massimizzando gli incentivi e la possibilità di permuta lasciando ai Comuni la facoltà di indirizzo e scelta delle proposte in funzione dell’interesse pubblico. Chi scrive le leggi afferma Giommi “deve ascoltare le istanze che provengono dal mondo professionale e produttivo, che sta sul campo tutti i giorni e vede meglio di chiunque altro se e dove una determinata legge funziona oppure no”. Altro capitolo importante è quello del dissesto idrogeologico. “Si doveva incidere a fondo su tutti i gangli del sistema che oggi impediscono una vera prevenzione che sono, solo per citarne alcuni: pulizia e manutenzione costante degli alvei, monitoraggio degli argini, cura del reticolo idrografico minore, casse di espansione e scolmatori di fiumi e torrenti a monte degli abitati sulla costa, abbandono campagne fascia sub-montana”. Invece, conclude Corrado Giommi, anche su questo versante la legge “ è deludente e colpevolmente deficitaria”


   

da Ordine degli Ingegneri





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 06-12-2011 alle 16:19 sul giornale del 07 dicembre 2011 - 1046 letture

In questo articolo si parla di attualità, edilizia, legge, riqualificazione urbana

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