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Trasporto pubblico, Rifondazione Comunista: 'Una sola certezza, tagli'

autobus trasporto pubblico 3' di lettura 30/11/2011 -

Per ora c’è un’ unica certezza: ci saranno tagli pesantissimi, meno treni, meno autobus, meno servizi per le zone dell’interno e per quelle più disagiate. Infatti si prevedono tagli pesantissimi ai finanziamenti per il trasporto pubblico locale.



Dal miliardo e 900 milioni di euro stanziati in campo nazionale nel 2011 si passerà ai 400 mila euro previsti per il 2012 il che vuol dire per le Marche, passare dai 42 milioni di quest’anno ai 9 milioni per il prossimo con una riduzione del 80%. Di fronte a questo scenario, per altro da tempo annunciato, ci sarebbe la necessità di mobilitazione ampia, dell’coinvolgimento dei pendolari, dei lavoratori del settore per costruire quell’ iniziativa capace di rivendicare e ottenere più adeguate risorse e, contemporaneamente, produrre una piattaforma capace di imporre alle società del settore, per altro in molti casi pubbliche, una riorganizzazione dei servizi attenta alle esigenze degli utenti e non, com’è in particolare per le ferrovie ex dello stato, ai bilanci, alle quotazioni di borsa, alle joint venture internazionali, all’alta velocità che riguarda solo un’ utenza di lusso ed esclusivamente le tratte più redditizie.

Ovvio che questa mobilitazione sarebbe dovuta partire in primo luogo dagli utenti istituzionali, cioè Regione ed Enti locali e invece assistiamo alle solite giaculatorie, ai soliti piagnistei che nascondono non solo l’incapacità ad agire ma insieme la condivisione della filosofia di fondo delle politiche sui servizi pubblici locali del governo precedente e dell’ attuale, vale a dire privatizzazioni e tagli, deregolamentazione dei diritti per chi in quei settori lavora. Se le istituzioni non rispondono, o fanno solo finta, ricordate lo “Spacca barricadiero” che occupava i binari, tocca ai cittadini ai lavoratori agli utenti quest’onere, tanto più che con il prezzo del carburante in continua e vertiginosa ascesa, il costo del trasporto, per tanti lavoratori indispensabile, diventa una falcidia impressionante ai salari già da anni fermi e bassi.

Agire significa costruire ora tanti comitati territoriali che a partire dal diritto e dalla necessità del trasporto pubblico avanzino proposte e ne impongano la realizzazione, agire significa anche, di fronte alla riduzione dei servizi e al peggioramento della qualità, e temiamo della sicurezza, pensare a forme di “sciopero del biglietto”, agire significa proporre una serie di “piccole opere” in opposizione alle grandi opere per l’alta velocità, o ai megacaselli autostradali ogni 5 Km, che favoriscono solo la speculazione immobiliare, o la oramai dimostrata inutile “Quadrilatero”, agire significa chiamare i lavoratori difendere il ruolo pubblico in questo settore e a riconquistare quei diritti sindacali (turni, mansioni, professionalità) che per chi viaggia significano puntualità e sicurezza. Non perdiamo il treno, non lasciamoci incantare da qualche folcloristica manifestazione istituzionale, da qualche ordine del giorno che non si nega a nessuno in consiglio regionale, a volte basta un NO , purché determinato, per conquistare un diritto.


   

dal Partito della Rifondazione Comunista Chiaravalle





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 30-11-2011 alle 12:28 sul giornale del 01 dicembre 2011 - 1058 letture

In questo articolo si parla di politica, Partito della Rifondazione Comunista Chiaravalle

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