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Tornambene e Pellegrini: sesso a pagamento dilaga nelle Marche

prostituzione 4' di lettura 21/11/2011 -

Noi dell’U.S.P., alla fine del 1990, siamo intervenuti, anche tramite gli organi di informazione e stampa, sui crescenti pericoli derivanti della prostituzione vagante. Subito dopo, in dibattiti e in tavole rotonde, politici e non, hanno chiacchierato tanto, ma, come vedete, purtroppo, non solo non è cambiato nulla, ma addirittura, dopo 21 anni, la situazione è peggiorata.



Nella provincia di Ancona, nella regione Marche ed in tutto il territorio nazionale dilaga la prostituzione. Ecco perchè bisogna proibire la prostituzione vanagnte. Ecco le dichiarazioni del Segretario Generale Nazionaledell’U.S.P. Angelo Pellegrini e del Vice Segretario Nazionale Onorario dell’U.S.P. Salvatore Tornambene.

I “risultati” ottenuti da certi avventurieri, politicamente piccoli, sono sotto i Vostri occhi: il nostro territorio sia locale che nazionale è stato letteralmente invaso ed adibito a luogo di battonaggio dalle prostitute e dai prostituti provenienti da ogni parte del mondo; le nostre strade, le piazze, i centri, le periferie e gli appartamenti, sono in gran parte ridotti ad un vero e proprio schifo dalla presenza e dalle azioni di gente dedita al meretricio, sfruttata e protetta, quasi sempre, dal crimine comune ed organizzato; per il 53° anno consecutivo, l’eccessivo permessivismo della legge MERLIN continua a vanificare l’impegno e l’operato delle Forze di Polizia impossibilitate ad arginare, sufficientemente il fenomeno prostituivo in continua crescita; in stretto collegamento con il mercimonio corporale di prostitute e di viados dilaga l’A.I.D.S. mietendo vite umane a non finire; prosperano le epatite virali e le varie infezioni veneree; malattie gravi e gravissime riconducibili anche all’uso e all’abuso di sostanze stupefacenti di ogni tipo trasmesse e contratte sessualmente; nell’ambito prostituivo si snodano ricatti, estorsioni e riduzioni in schiavitù che coinvolgono mercanti del sesso e “clienti”.

Continua, quasi impunito, il favoreggiamento e lo sfruttamento. Impera una incalcolabile ed incontrollata evasione fiscale. La Nostra terra è diventata per le prostitute, per i viados e per i loro protettori e sfruttatori, una specie di Eldorado. I Governi che si sono succeduti prima di quello attuale, tutti, indistintamente, sono rimasti sempre immobili a guardare. Un immobilismo di chiaro orientamento filoclericale, volto, con un moralismo molto opinabile, a mantenere i “bordelli” per le strade, non improbabilmente, per non contrastare quel noto pretame gestore dei miliardi dell’assistenzialismo pseudorecuperante. Immobilismo che la dice lunga sulla serietà dell’impegno politico esternato prima nelle piazze e taciuto poi un Parlamento.

Nella sua coerenza, invece, l’Unione Sindacale di Polizia era e rimane favorevole all’abrogazione della prostituzione vagante!!!! L’U.S.P. ritiene: che vada proibito l’esercizio pubblico ed immorale di questa attività che danneggia l’immagine dello Stato Italiano davanti a tutti gli stati del mondo, perché, essa genera rischi per la salute dei Cittadini (quanti di noi non sono stufi di dover quotidianamente calpestare profilattici e siringhe usati?), pericoli per l’ordine e per la sicurezza pubblica, e favorisce, in coloro che fanno parte del giro, arricchimenti illeciti garantiti da incontrollate evasioni fiscali. L’esercizio della prostituzione va regolarizzato con nuove norme di legge, tolto dalla strada e consentito solo in luoghi chiusi. Al Governo, l’U.S.P. rivolge l’invito a rivedere, e se ritiene necessario, ad abrogare, la Legge MERLIN. Per regolare e controllare la prostituzione, noi dell’U.S.P. riteniamo che anche l’Italia debba adeguarsi ai tempi in sintonia con quei Paesi che hanno già da tempo risolto positivamente il delicatissimo problema.

A nostro parere, premesso, come già detto, che l’attività di chi vende sesso debba essere autorizzata solo in luoghi chiusi (locali ed appartamenti non condominali, di accertata igiene e salubrità) per ogni necessità ed esigenza, anche mediante la costituzione di aziende, cooperative o società, e quindi con l’obbligo del rispetto della privacy nei loro confronti e dei loro “clienti”: gli operatori del sesso dovrebbero essere regolarizzati dal punto di vista professionale, retributivo, ed assoggettati ad obblighi sanitari e fiscali. Solo in tal modo riteniamo che lo Stato potrà riuscire a sottrarre il “mercato del sesso” al protezionismo degli sfruttatori, a garantire meglio la salute dei Cittadini, a facilitare alle Forze di Polizia il controllo dell’ordine pubblico, a salvare più vite umane e a incassare le tasse anche da coloro che fino ad oggi non le hanno mai pagate. Così il business della malavita sarebbe definitivamente stroncato.


   

da Salvatore Tornambene
Vice Segretario Nazionale Onorario U.S.P.





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 21-11-2011 alle 15:16 sul giornale del 22 novembre 2011 - 1768 letture

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