Ancona: cinghiali al Conero, la posizione del Wwf

In merito alle ultime notizie di stampa, dove si sollecitano da più parti interventi di eradicazione del Cinghiale nel Parco Regionale del Monte Conero il WWF Marche esprime perplessità sui tempi e sulle modalità di intervento proposte.
Per prima cosa non è attuabile l’eradicazione della specie nel Parco secondo le normative vigenti. Poi si ricorda che in tutte le aree protette, in base alle legge 394/91 è possibile attuare interventi di controllo e riduzione numerica di specie invasive come il Cinghiale, solo previo parere dell’ISPRA (Istituto Superiore di Protezione e Ricerca Ambientale), con l’adozione di specifici piani di controllo, che prevedano gli abbattimenti selettivi , già attuati ad es. nel Parco del Conero. Interventi selettivi che colpiscono le classi di età più giovani , che sono i principali responsabili dei danni all’agricoltura. Ma come WWF chiediamo che vengono incentivati anche gli interventi di cattura (recinti o trappole a cassetta) degli animali e loro abbattimento successivo per abbassare al minimo compatibile la densità nel parco. Per l’attuazione dei recinti di cattura sarebbe di fondamentale importanza la collaborazione degli agricoltori nel parco, con la creazione anche di aree contigue, attuando anche la cosidetta filiera corta. Per il coinvolgimento degli agricoltori gli enti pubblici potrebbero utilizzare l’art.14 D.L. N.228/2001 , che da’ la possibilità di stipulare delle convenzioni con le aziende agricole per la realizzazione di interventi finalizzati alla conservazione della biodiversità. E’ necessario riconoscere il ruolo dell’agricoltore come una prestazione di servizi alla pubblica amministrazione e prevedere un adeguato compenso economico, che potrà essere recuperato dalla riduzione della spesa per gli indennizzi.
Ma il problema cinghiale non si risolverà mai se non ci sarà una seria volontà da parte di tutti gli organi competenti (Regione, Provincia, Parchi) di coordinarsi nella pianificazione e gestione della specie a livello non locale ma provinciale e regionale, effettuando censimenti simultanei e piani di prelievo concordati e unitari per eliminare la specie in aree non vocate a livello regionale e ridurre la densità nelle aree vocate, ossia quelle a maggiore naturalità con estese formazioni forestali e presenza minima di agricoltura. Solo così si potrebbe controllare l’incremento numerico delle popolazioni di Cinghiale a livello regionale, favorito anche dalle continue immissioni illegali, che avvengono in ogni parte della regione, come è avvenuto anni fa nella zona del Conero per scopi venatori. Infine evidenziamo che la probabile presenza del Lupo nell’area deve essere vista solo positivamente nei termini di controllo del Cinghiale come superpredatore al vertice delle reti alimentari e che non è assolutamente pericoloso per l’uomo,indennizzando adeguatamente gli allevatori del parco per i danni subiti , con idonee misure di prevenzione come l’installazione di idonei recinti fissi per l’allevamento brado del bestiame. Il lupo incrementerà le presenze turistiche con lo sviluppo di un ecoturismo responsabile e consapevole, che è in grande ascesa in Italia.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 08-08-2011 alle 16:02 sul giornale del 09 agosto 2011 - 2675 letture
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