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Mentrasti (Sel): PD in contraddizione con un progetto nazionale di rinnovamento

3' di lettura 22/09/2010 -

Dopo il rodaggio e l'assestamento post-elettorale a carattere prevalentemente interno, amministrativo ed organizzativo, della nuova legislatura e della stessa maggioranza si avverte una certa inerzia e una qualche carenza progettuale nell'azione programmatica e di governo - dice il coordinatore regionale Edoardo Mentrasti - soprattutto se esse vengono commisurate – da un lato – alla necessità di risposte inedite urgenti ed appropriate richieste dalla crisi economico-sociale, dalla emergenza occupazionale, dalla emergenza precarietà e - dall'altro - all'attacco mosso dal governo centrale alla vita sociale e democratica delle istituzioni locali e dei territori come il nostro.



Si avverte una inadeguatezza e uno scarto notevoli. Dei temi più propriamente programmatici tratteremo più approfonditamente in un altra occasione. Vogliamo ora sottolineare di questa inadeguatezza, in particolare, il problema politico. A livello nazionale siamo alla crisi del governo Berlusconi. Il centrosinistra non è ancora affatto attrezzato a raccogliere la sfida, incerto su un programma davvero alternativo e sul metodo delle primarie, in grado di suscitare una nuova speranza e mobilitare il popolo democratico e di sinistra: come Vendola ha proposto. Questo bisogna fare, non si fa ancora, ma almeno si comincia a discutere. Nelle Marche il dibattito ci pare ancora più arretrato incapace di misurarsi con le novità della situazione e totalmente dipendente dalla funzione centrale della UDC e di Casini: il quale infatti provoca Bersani e, partendo dalle Marche, gli chiede espilcitamente di erigerle a modello per le alleanze nazionali che si vogliono costruite sui programmi assai moderati, sulla esclusione e prevenzione a sinistra, sul no a momenti di partecipazione democratica come le primarie. Il PD è lacerato e immobilizzato dalle divisioni politiche. Bersani perciò prende tempo. Non sappiamo cosa accadrà in futuro. Ma si può ragionevolmente escludere per diverse ragioni (programmatiche, sociali, di rapporti di forze elettorali) che l'alleanza delle Marche come tale possa essere estesa a livello nazionale, guadagnare il cuore e la fiducia del popolo, convincere e vincere.

E allora perché qui da parte del gruppo dirigente PD si spinge nella direzione del rapporto prioritario e di ferro con l'UDC (con l'avvallo, altro particolare negativo, dell'Italia dei Valori?) Perché nel maceratese e a Fermo per esempio, in vista delle prossime amministrative (ma qualcosa si muove anche ad Ancona città) ci sono volontà forti ad andare nella medesima direzione, a prescindere dai programmi e dai rapporti unitari a sinistra costruiti sul territorio o rifiutando magari le primarie come momento di scelta e di partecipazione democratica? Siamo preoccupati per questo corso politico sfasato, anomalo e in contraddizione con un progetto nazionale di rinnovamento e di unità di una nuova coalizione democratica e riformatrice, per la cui realizzazione avvertiamo crescere una disponibilità e una spinta. Preoccupati, dunque, ma anche consapevoli che qualcosa sta cambiando, non staremo fermi né saremo subalterni. Svilupperemo la nostra iniziativa fra le persone e nei rapporti politici mettendo in primo piano i programmi concreti, il ricorso alla partecipazione popolare e la coerenza delle alleanze.


   

da Sinistra Ecologia Libertà




Questo è un comunicato stampa pubblicato il 22-09-2010 alle 19:03 sul giornale del 23 settembre 2010 - 681 letture

In questo articolo si parla di regione marche, udc, politica, pd, SeL, Sinistra Ecologia Libertà

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