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Ascoli e Fermo destinate a tornare insieme?

3' di lettura 26/05/2010 -

Tranquilli a Fermo, pronti ad un  nuovo accorpamento ad Ascoli. La notizia della possibile soppressione delle Province con numero di abitanti inferiore a 220mila ha suscitato polemiche e reazioni a catena, anche diverse e contrastanti. Una cosa e certa: ha suscitato grande curiosità.



Anche perché, per quanto riguarda Ascoli Piceno e Fermo, le due Province provengono da un lungo e discusso iter di separazione, che ora potrebbe risultare del tutto vano. La manovra del ministro Giulio Tremonti, varata dal governo, prevede tagli per 24 miliardi in due anni passando dalla rimodulazione delle finestre di pensionamento all’abolizione delle Province con meno di 220mila abitanti, al taglio dei trasferimenti a tutti gli Enti locali, a un giro di vite sulle auto blu, sugli stipendi di politici e manager pubblici e sui falsi invalidi. Questo per consolidare i conti dell’Italia davanti all’Europa e ai mercati in crisi.
Sono 10 le Province con meno di 220mila abitanti abolite dalla norma della Finanziaria. Si tratta di Province non ricadenti in Regioni a statuto speciale. Le modalità di calcolo della popolazione fanno riferimento alle statistiche Istat. Sono: Biella e Vercelli in Piemonte; Massa Carrara in Toscana; Ascoli Piceno e Fermo nelle Marche; Rieti nel Lazio; Isernia in Molise; Matera nella Basilicata.
“Non conosciamo nel dettaglio il contenuto della manovra – dichiara il presidente della Provincia di Fermo, Fabrizio Cesetti – ma di una cosa sono sicuro: il governo non può fare una cosa del genere. Sarebbe anti-costituzionale. Secondo l’articolo n.133 della nostra Costituzione, infatti, nessuna Provincia può essere soppressa dal governo o dal parlamento se non sulla base di una precisa istanza dei Comuni e delle Regioni”. “Nel nostro Paese – aggiunge – il Presidente della Repubblica è garante della Costituzione e sono sicuro del fatto che non firmerà il provvedimento”. E conclude: “Certi annunci ci fanno perdere solo tempo, mentre dovremmo lavorare ed essere al servizio dei cittadini che rappresentiamo”.
“Per quanto ci riguarda – commenta invece Piero Celani, Presidente della Provincia di Ascoli Piceno – siamo pronti ad un nuovo accorpamento nella consapevolezza di aver avuto ragione quando ritenevamo scellerata la divisione dei due territori. Il fatto di aver avuto ragione provoca dentro di noi però una grande amarezza. Dopo aver speso tempo e denaro nel lungo iter che ha portato alla creazione delle due Province, ora potremmo dover tornare indietro. Come spiegheremo ai cittadini un tale inutile dispendio, in un momento in cui le famiglie hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese?”
“Ora non possiamo fare altro che aspettare – prosegue – di vedere che esito avrà il provvedimento, che ha suscitato grande curiosità. Alcuni dipendenti dell’ente Provincia di Ascoli, poi dislocati a Fermo, si sono già informati sulla possibilità di rientrare in sede”. E ancora: “Per quanto mi riguarda affronterò la cosa nella maniera più serena possibile. Di certo il tempo ed il denaro impiegati nell’iter di separazione delle due Province poteva essere investito nella risoluzione della crisi occupazionale che da anni flagella il nostro territorio”.
“Sono anni - conclude - che denunciamo l’assurdità di dividere i nostri territori, e abbiamo sempre avversato la separazione dal territorio di Fermo. Non siamo stati ascoltati. Ora scopriamo di aver avuto ragione, che qualcun altro ha sbagliato”. Per quanto riguarda Fermo, si dice contrario al taglio anche il sindaco Saturnino Di Ruscio, che aveva caldeggiato il riconoscimento della nuova Provincia. L'onorevole Amedeo Ciccanti (Udc), ricorda che per istituire le ultime Province lo Stato ha speso mezzo miliardo di euro: “Ln, FI e An, che all'epoca le hanno volute a tutti i costi, meritano una pernacchia”.






Questo è un articolo pubblicato il 26-05-2010 alle 22:01 sul giornale del 27 maggio 2010 - 632 letture

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