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Dati allarmanti per il settore delle costruzioni nelle Marche

confindustria marche 2' di lettura 24/05/2010 - Ad un anno dagli 'Stati Generali delle Costruzioni' mancano risposte per uscire dalla crisi




I numeri della crisi sono preoccupanti in vari ambiti: calo degli investimenti in costruzioni, caduta dei livelli occupazionali, chiusura e fallimenti delle imprese, calo dei bandi di gara per lavori pubblici, caduta delle compravendite immobiliari.

"Un anno fa a Roma - interviene Massimo Ubaldi, Presidente regionale dell'ANCE - in occasione degli 'Stati Generali delle Costruzioni', pensavamo si fosse nel pieno della crisi. Il peggio purtroppo doveva ancora arrivare. I numeri nazionali sono pesantissimi, ma quelli regionali, per il 2009, ancora peggiori e parlano chiaro: oltre 2600 posti di lavoro persi e 35-40% ore lavorate in meno e 579 imprese fallite. Tante potrebbero essere le soluzioni da tentare, ma ad oggi non abbiamo visto alcun passo verso di noi, sia a livello nazionale che locale. Esistono priorità per uscire dalla crisi: modificare il Patto di Stabilità, garantire i pagamenti dovuti alle imprese, sbloccare le risorse per le infrastrutture, attuare il Piano Casa 1 per l'housing sociale, garantire la regolarità del mercato del lavoro, utilizzare la leva fiscale e snellire le procedure. Senza questi accorgimenti morirà un settore che nelle Marche è prioritario".

Al proposito è intervenuto anche Massimo Gacchetti, in rappresentanza regionale di CGIL, CISL e UIL, il quale ha affermato: "Gran parte dei 2600 di coloro che hanno perso il posto di lavoro sono immigrati. Rischiando quindi di avere lavoratori che perdono il diritto di cittadinanza rischieremo di avere anche problemi di ordine sociale. Siamo d'accordo con quei sindaci che chiedono al Governo di rivedere il Patto di Stabilità interna, così da dare la possibilità ai comuni virtuosi di attuare opere pubbliche".

Significative anche le parole di Bruno Crescimbeni della Confartigianato Marche: "La politica si sta movendo in maniera lenta e le misure prese in ritardo fanno vedere i loro effetti. Speriamo che l'amministrazione regionale rimetta mano al Piano Casa, dato che è fallito, per snellirlo e renderlo più veloce. Le energie alternative stanno prendendo campo in tutta Italia. Purtroppo nelle Marche abbiamo un freno a mano tirato. In questo preciso momento non ce la facciamo a venirne fuori da soli: chiediamo l'aiuto della politica, ma non attraverso crediti a fondo perduto, ma attraverso lo snellimento delle pratiche".






Questo è un articolo pubblicato il 24-05-2010 alle 12:49 sul giornale del 25 maggio 2010 - 859 letture

In questo articolo si parla di economia, chiara bruglia





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