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Binci: limiti ingiusti per gli agricoltori nel bando sulla filiera agricola marchigiana del biologico

3' di lettura 19/05/2010 - Nei giorni scorsi è stato pubblicato dalla Regione Marche un bando pubblico che prevede per società, associazioni temporanee d'impresa , associazioni di produttori, la possibilità di presentare una manifestazione d'interesse che preveda il coinvolgimento diretto delle aziende agricole presenti sul territorio regionali.

I progetti debbono riguardare le eccellenze agroalimentari Regionali, vengono premiati i produttori che sono organizzano in filiera e che sono in possesso di marchi riconosciuti (Qualità Marche, DOC, IGP, biologico ect.), tale bando assegna 16 mil di euro per gli aiuti alla realizzazione di Filiere locali di qualità. In tale bando, vengono altresi individuati gli elementi che determinano la non ammissibilità delle manifestazioni di interesse nelle varie filiere. Per le produzioni biologiche e' necessario che il progetto preveda l'adesione di almeno 80 produttori, che ricomprendano l'intera superficie territoriale di 8 Comuni e che il 90% del territorio investito da tale iniziativa sia classificato come montano.

In pratica, sostiene il Consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà Massimo Binci, “per le altre filiere non si prevedono paletti cosi restrittivi, ad esempio per un vino DOC o per altre filiere, i limiti prevedono che almeno il 2% dell'intera superficie interessata sia destinata alla coltura ricompresa nelle filiera o che vi partecipino almeno 50 aziende agricole, incomprensibilmente per la filiera biologica si parla di 80 aziende, dell'intero territorio di ben 8 comuni e che il 90% di detto territorio sia classificato come montano. Sembrerebbe quasi che si voglia disincentivare i produttori biologici dal presentare una proposta di filiera organizzata escludendoli cosi di fatto dalla possibilità di accedere agli aiuti previsti dal bando a vantaggio di altre filiere. Se la politica Regionale di settore ritiene inutile promuovere e sostenere lo sviluppo dell'agricoltura biologica nelle Marche, forse era più semplice non prevedere neppure che la filiera biologica potesse partecipare all'iniziativa”.

“Ho presentato, prosegue il Consigliere regionale Massimo Binci, una interrogazione Consiliare per richiedere la modifica dei parametri di accesso individuati dal bando con una conseguente congrua proroga dei termini per la presentazione delle domande. Ritengo praticamente impossibile riuscire a presentare progetti che debbano coinvolgere tutti i terreni agricoli di ben 8 Comuni marchigiani del nostro entroterra, sembra quasi che si voglia limitare la pratica del biologico, non ad una libera attività economica ma a costringerla e limitarla entro confini Comunali precostituiti. Si pensa forse di introdurre dei distretti esclusivamente bio e solo in aree montane a scapito del resto del territorio marchigiano, dove il bio è per la gran parte presente in aree collinari? Spero che cosi non sia , si sappia sin da ora che siamo pronti ad avviare tutte le iniziative necessarie per contrastare ed impedire tale progetto che porterebbe alla fine dello sviluppo dell'agricoltura Biologica nelle Marche”.


   

da Massimo Binci
consigliere regionale Sinistra Democratica




Questo è un comunicato stampa pubblicato il 19-05-2010 alle 16:02 sul giornale del 20 maggio 2010 - 550 letture

In questo articolo si parla di regione marche, politica, agricoltura, massimo binci, agricoltura biologica





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