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Una Pasqua da 10 milioni di uova

coldiretti 2' di lettura 03/04/2010 - Sono dieci milioni le uova consumate sulle tavole pasquali, tra i pranzi, le colazioni e i dolci offerti per le festività.

E' quanto stima la Coldiretti Marche, sottolineando che la tradizione di portare in tavola le uova preparate in diversi modi, oltre che utilizzate per primi piatti e colombe, è particolarmente forte nella nostra regione.


Basta pensare alla tipica colazione pasquale che serivita un po' su tutto il territorio, sia nella giornata di Pasqua che in quella di pasquetta, il lunedì dell'Angelo. E non mancano, ricorda Coldiretti i tradizionali giochi che vedono protagonista proprio le uova, meglio se dipinte, e che nelle varie province prende nomi diversi, dalla scoccetta del Piceno al “punta e cul” di Urbania.


La tradizione fa risalire l'usanza di considerare l'uovo come simbolo di rinascita e buon augurio in Occidente al 1176, quando re Luigi VII rientrò a Parigi dopo la II crociata e per festeggiarlo, ricorda la Coldiretti, il capo dell'Abbazia di St. Germain des Près gli donò metà dei prodotti delle sue terre, incluse un gran numero di uova che furono poi dipinte e distribuite al popolo. Una usanza tramandata dai persiani che, già cinquemila anni fa, festeggiavano l'arrivo della primavera con lo scambio delle uova "portabene" contro pestilenze e carestie secondo un rito che resiste ancora ai giorni nostri.


L'invito di Coldiretti è comunque quello di preferire uova prodotte in Italia, sfruttando la possibilità di controllare la provenienza di quanto si porta in tavola garantita dall'etichetta obbligatoria d'origine. Sulle uova di gallina è presente un codice che comprende un numero che consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all'aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la sigla dello stato in cui è stato deposto (es. IT), il codice Istat del Comune, la sigla della Provincia e, infine il codice distintivo dell'allevatore.


A queste informazioni si aggiungono, conclude la Coldiretti, quelle relative alle differenti categorie (A e B a seconda che siano per il consumo umano o per quello industriale) per indicare il livello qualitativo e di freschezza e le diverse classificazioni in base al peso (XL, L, M, S).






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 03-04-2010 alle 15:39 sul giornale del 06 aprile 2010 - 687 letture

In questo articolo si parla di economia, coldiretti, uova





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