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Il Pdl marchigiano risponde alle critiche interne

Remigio Ceroni e Carlo Ciccioli 2' di lettura 01/04/2010 - Remigio Ceroni e Carlo Ciccioli ribadiscono la bontà del risultato elettorale del Pdl rispondendo alle critiche interne.

Acque agitate, quelle del Pdl marchigiano. In tutta la regione, infatti, iniziano a montare le proteste di dirigenti locali e candidati esclusi dal Consiglio regionale dopo la sconfitta del centro-destra alle elezioni. Il buon risultato del Pdl, che si conferma il primo partito delle Marche, non basta a tenere calmi i delusi. Ma i coordinatori regionali, Remigio Ceroni e Carlo Ciccioli, non ci stanno. E provano a gettare acqua sul fuoco.


"E' vero, credevamo di fare meglio - attacca Ceroni - ma dopo il tradimento dell'Udc, sapevamo tutti che la sconfitta era prevedibile". Il risultato elettorale "non premia l'impegno dei nostri candidati", ma il partito può vantare un 31,2% di consensi che solo in Umbria, Campania e Lombardia è stato superato. "Se qualcuno, nelle Marche, pensa di poter arrivare al 50% si faccia avanti e noi siamo disposti a lasciare subito il nostro posto". Ceroni, insomma, si toglie dei sassolini dalle scarpe dopo le polemiche di questi giorni post-elettorali. E sottolinea: "Svilire l'ottimo risultato significa non raccontare la verità".

Carlo Ciccioli, invece, si dice "stupito delle turbolenze di cui leggo nei giornali di questi giorni". E prova a darne una lettura "psicologica" ("un parere professionale"): "Chi perde, in genere, tende ad attribuire ad altri le proprie colpe". Messaggio chiaro ed indirizzato agli esclusi eccellenti: Giannotti, Brini e Cesaroni. Che sono stati battuti, nella conta delle preferenze, da altri volti nuovi del Pdl. "Niente di straordinario: gli elettori hanno premiato la novità e penalizzato chi aveva già avuto uno o più mandati". Ciccioli ribadisce la sua piena "soddisfazione per il risultato elettorale", come confermato lunedì pomeriggio in Regione in varie interviste, ma riconosce che all'interno del Pdl non tutto starebbe funzionando a dovere. "Le candidature vanno scelte sulla base di un percorso politico preciso, e tutto il partito deve imparare a rendersi autonomo per poi farsi aiutare dal governo nazionale. L'ombrello di Berlusconi non può riparare tutto". E le elezioni provinciali del 2012 costituiranno il vero banco di prova per il centro-destra marchigiano. Una scadenza precisa, da affrontare (secondo Ciccioli) con una precisa strategia: "Basta con i trasformismi. Il Pdl dovrà far fuori e combattere con un piano specifico di persecuzioni un pessimo modo di fare politica".








Questo è un articolo pubblicato il 01-04-2010 alle 18:58 sul giornale del 02 aprile 2010 - 596 letture

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