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Eco-business: certificazione, il marchio ecologico è realmente un fattore competitivo oggi?

esabes 4' di lettura 26/03/2010 - I marchi ecologici sono molti ed applicabili ai settori produttivi e commerciali più disparati, ma una volta che l’azienda ha individuato lo schema di certificazione di prodotto più idoneo alla propria politica e più in generale alla proprie esigenze produttive, quali sono i vantaggi reali per derivanti dalla certificazione del prodotto stesso? Il marchio ecologico abbinato ad un prodotto o ad un servizio è realmente una leva competitiva per l’azienda?

Prendendo spunto dall’indagine effettuata sul marchio ecologico Ecolabel cerchiamo di fare il punto sui pro ed i contro della certificazione di prodotto.


I PRINCIPALI ELEMENTI DI SODDISFAZIONE INDIVIDUABILI SONO:

Miglioramento dell’immagine dell’azienda. È il vantaggio maggiormente percepito dalle aziende dotate di prodotti certificati che pur essendo di natura immateriale è considerato essenziale per l’ottenimento della performance competitiva. L’azienda è genericamente confidente che il marchio ecologico all’interno delle campagne di marketing ne migliori l’efficacia in termini di:

• aumento della leadership nel mercato di riferimento;

• risposta efficace ad un nuovo tipo di domanda da parte del consumatore. Questo può portare anche ad un miglioramento generale dei flussi di comunicazione e relazioni con i clienti e gli intermediari che contribuirà ulteriormente al miglioramento non solo dell’immagine ma anche delle performance ambientali dell’azienda.


L’ASPETTO GESTIONALE ED ORGANIZZATIVO.

E veniamo dunque al secondo degli aspetti di soddisfazione dell’azienda nell’adozione di un marchio ecologico. Aderire ad uno schema di certificazione di prodotto vuol dire introdurre in azienda delle procedure di gestione degli aspetti ambientali, formativi ed informativi che permettono un miglioramento organizzativo generale; questo permetterà all’azienda di essere più reattiva nell’adeguamento a nuove leggi ma anche a nuovi standard qualitativi e di ridurre i costi di produzione di un prodotto di alto livello (il marchio ecologico su un prodotto ci permette di dire che quel prodotto è di alto livello) a fronte di performance ambientali ottimali secondo la filosofia del miglioramento continuo propria di tutti i sistemi di gestione.


I PRINCIPALI ELEMENTI DI CRITICITÀ INDIVIDUABILI SONO:

La prima e più evidente criticità è la mancanza di sensibilità e consapevolezza da parte di molti interlocutori dell’azienda primi fra tutti i clienti; per quanto sia innegabile l’aumento della tendenza ambientale ed ecologica del consumatore, questo non è ancora pienamente diffuso su larga scala e soprattutto la moltitudine di marchi già descritta nel precedente articolo non facilita la chiarezza delle informazioni che un marchio ecologico può trasmettere. La seconda è che spesso il marchio ecologico di un prodotto non è associato ad un risparmio economico (anzi spesso è l’esatto contrario) e questo certamente non aiuta la competitività del prodotto stesso. La terza criticità è dovuta al fatto che in generale i marchi ecologici non sono debitamente premiati e tantomeno tenuti in considerazione dagli enti pubblici. È innegabile che una spinta o almeno una partnership con il settore pubblico resta un trampolino di lancio per qualsiasi iniziativa innovativa come in effetti si configura la certificazione ambientale dei prodotti. In realtà la normativa comunitaria ha messo a punto lo strumento del Green Public Procurement, ossia quel meccanismo che ha l’obiettivo di orientare gli acquisiti e le forniture degli enti pubblici verso l’ecosostenibilità. A fronte di altissime aspettative verso tale strumento si è constatato alla prova dei fatti che la pubblica amministrazione italiana non è ancora in grado di attuare realmente delle politiche di “acquisiti verdi”.


PER CONCLUDERE…

A tutt’oggi se un’azienda decide di attuare una politica di eco sostenibilità orientata alla certificazione ambientale dei propri prodotto o dei propri servizi, nonostante le forti motivazioni e la presenza di innegabili vantaggi organizzativi e di immagine si troverà di fronte anche una serie di problematiche legate fondamentalmente all’immaturità del cliente (sia privato che pubblico) che, seppur motivato verso scelte eco-sotenibili da una crescente sensibilità verso l’ambiente, non concretizza poi queste motivazioni verso azioni reali, cioè non lo aumenta la sua propensione all’acquisto. A questo punto viene da chiedersi quale sia la strada per un vero e completo vantaggio competitivo per l’azienda nell’affrontare la sfida dei marchi ecologici? Campagne di marketing e sensibilizzazione degli interlocutori, ricerca di partnership nel settore pubblico per superare gli ostacoli o cos’altro?






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 26-03-2010 alle 18:55 sul giornale del 27 marzo 2010 - 6431 letture

In questo articolo si parla di attualità, economia, esabes, Mauro Bedetti, eco-business

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