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Senigallia: X (ics) racconti crudeli della giovinezza - Motus

1' di lettura 24/01/2010 - Un grande schermo che domina il palcoscenico della Fenice di Senigallia, una panchina rivolta verso la scena, quasi a doppiare la posizione delle postazioni degli spettatori, sono gli scarni elementi scenografici della nuova prova dei MOTUS, gruppo di eccellenza dell’avanguardia italiana.

Poi lo schermo si anima di immagini rubate alle periferie degradate, architetture popolari, quartieri del cemento; la musica sono suoni rubati alle strade, rumori di macchine sfreccianti, brusio, canzoni cantate per incontrarsi, mescolati a una musica convulsa frammista a rumori ossessivi. Lo spazio scenico si anima di presenze che si confrontano con il grande schermo, con le sue proiezioni, in un altalenante esserci e non esserci, una parcellizzazione del reale che rimanda all’impossibilità di raccontare qualcosa senza ricorrere alla frammentazione, brandelli di comunicazione che il fruitore è costretto a mettere insieme in una sorta di puzzle privo d’immagine risolutoria.

Poi la proiezione scompare per lasciare emergere l’interno di una casa, dove si consuma la scena finale che è una ribellione verso il nulla che ci sovrasta, la fuga forse non verso un destino, ma comunque verso qualcosa.

Lascia un po’ sconcertati una sintattica scenica “consueta” per chi ha esperienza con il teatro sperimentale, una iconografia un po’ stantia e la risoluzione di alcune scene cercata in una maniera troppo ingenua per poter portare a una poeticità del momento.

   

da Stefania Zepponi






Questo è un articolo pubblicato il 24-01-2010 alle 17:47 sul giornale del 25 gennaio 2010 - 973 letture

In questo articolo si parla di cultura, stefania zepponi





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